Meno male che c’è Dzeko (perchè Lautaro non segna da 39 giorni): il bosniaco si muove e ragiona da leader vero

Meno male che c’è Edin Dzeko perchè Lautaro Martinez si è inceppato di nuovo. La Gazzetta dello Sport fotografa così il momento del reparto avanzato nerazzurro:
“Dzeko è il bosniaco che non divide mai. Unisce, perché su di lui Simone Inzaghi sa di poter contare sempre. Hai voglia ad aspettare il numero 90: Lukaku salterà pure il Barcellona, il tram giusto lo guida Dzeko. Hai voglia pure ad aspettare Lautaro: la tanto temuta febbre a 39 (come i giorni di astinenza dall’ultimo gol) è effettivamente arrivata. Il Toro è in una crisi realizzativa evidente e la cosa comincia a pesare dal punto di vista psicologico.
Dzeko si muove e ragiona da leader. Come quando a un certo punto va a rimproverare Onana, quando cerca Lautaro per farlo sbloccare, quando si avvicina a Inzaghi – è il cuore del secondo tempo, sull’1-1 – e con la mano davanti alla bocca gli indica cosa non sta funzionando. C’è tempo per fare l’allenatore. L’Inter ha bisogno di lui in campo. Perché un attacco in crisi – 8 reti in meno rispetto alla nona giornata di un campionato fa – si è aggrappato a lui per immaginare una rimonta ad alta quota”.

Lautaro, che succede?

“Continuità sa essere anche sostantivo dal retrogusto amaro. Chiedere a Lautaro per conferma. «Se continua così, tornerà a segnare presto, è stato sfortunato», ha detto di lui Inzaghi. L’argentino ci ha provato per sei volte, sbagliando la conclusione o trovando anche Consigli a bloccargli la strada. Non segna da 8 partite ed è diventata la sua seconda serie più lunga di astinenza con l’Inter. È il limite che ancora separa l’argentino dal territorio dei grandi attaccanti. Non c’è altra via che attenderlo”.

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