Xhoel Kushova (foto dal profilo Instagram) è uno studente milanese di 21 anni, aspirante fisioterapista e interista militante, come tutta la sua famiglia di origine albanese. Era al “Franchi” per Fiorentina – Inter.
“Ero a Firenze – racconta alla Gazzetta dello Sport – dove abitano dei parenti: con questa scusa io e mia madre siamo andati al Franchi. Io con la maglia dello scudetto 2021, lei con la sciarpa nerazzurra. Eravamo in tribuna Maratona, più o meno nella stessa zona in cui è accaduta l’aggressione diventata virale a quel ragazzo con la maglia di Dimarco. Fino al 3-3 tutto bene, poi…”.
E poi…?
“Segna Mikhitaryan, io e mia madre ci abbracciamo senza provocare o esagerare. Una esultanza istintiva, anche posata. A quel punto un gruppo di tifosi di casa si è avvicinato, urlandoci contro tutti gli insulti possibili. E provando ad aggredirci. Soprattutto uno, un energumeno che sembrava fuori di sé. Se non ci ha colpito, è perché un secondo prima altri tifosi fiorentini lo hanno fermato. Mai fare di tutta l’erba un fascio: in quel momento lo stadio Franchi è diventato invivibile, mia madre era terrorizzata e voleva subito scappare ma, in assenza di steward, tanti viola ci hanno difeso”.
Tornerebbe allo stadio, non nel settore ospiti, con la maglia dell’Inter?
“Ma che male c’è? Avete presente il derby perso con doppietta di Giroud? Ecco… Noi giocavamo in casa e, accanto a me a San Siro, c’erano tanti milanisti con le loro maglie: hanno esultato come giusto che sia e nessuno ha detto niente. Questa è la normalità e, invece, viene voglia di non rimettere più piede in uno stadio”.
(FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT)
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