Gli agenti della Digos della questura di Milano hanno individuato alcuni ultras che hanno provocato il deflusso e isolato la posizione di un altro ultras responsabile di aver usato violenza verso una persona che esitava a lasciare lo stadio. Altri approfondimenti sono in corso su due chiamanti che hanno contattato il 112 Nue per lamentare, un’ora circa dopo i fatti, di essere stati allontanati dagli spalti. Si stanno rintracciando alcuni autori delle segnalazioni sui social per circostanziare gli episodi lamentati.
Non ci sono al momento denunciati, in attesa di ulteriori riscontri: più probabile che gli eventuali responsabili siano colpiti da daspo.
Gli agenti della Digos, stanno anche rintracciando alcuni autori delle segnalazioni sui social per circostanziare gli episodi lamentati. Gli esiti dell’attività investigativa verranno comunicati alla Procura e potranno portare all’avvio delle procedure tese alla emissione di provvedimenti di Daspo. La sera del 29 ottobre, durante la partita di serie A tra Inter e Sampdoria, dopo la notizia dell’agguato a Boiocchi, uno degli storici leader della Curva Nord, la Curva stessa ha ritirato gli striscioni esposti e ha deciso di non diffondere i consueti slogan e cori di incitamento alla squadra.
Inoltre, secondo la ricostruzione, alla fine del primo tempo, molti supporter della Curva sono usciti dallo stadio per recarsi al “Baretto”, loro abituale luogo di ritrovo. Nel corso del secondo tempo, quando è stata confermata la morte di Boiocchi, altri tifosi nerazzurri hanno lasciato in massa il settore “2° anello verde” che si è rapidamente svuotato.
D’intesa con l’Inter, la Questura di Milano, impegnata con la Digos a monitorare le intenzioni dei vertici della curva, ha provveduto a rapidamente ricalibrare il servizio con il riposizionamento degli steward per gestire il deflusso di circa 7.500 persone cercando di scongiurare che il non previsto e disordinato movimento potesse avere ricadute per la incolumità della massa di persone in movimento ed evitando che la tifoseria potesse dare luogo ad azioni scomposte e pericolose per persone o cose. Fin da subito, in seguito a lamentele e denunce sui social, la Digos ha avviato una indagine su quanto accaduto partendo dall’analisi dei video grazie ai quali alcuni responsabili delle presunte violenze e minacce per obbligare tutti a lasciare gli spalti, sono stati individuati.
(FONTE: SPORTMEDIASET.IT)
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