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Curva Nord, identificato un aggressore: c’è il primo Daspo dopo Inter-Sampdoria

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Non si è ancora chiuso il caso relativo a quanto successo durante Inter-Sampdoria, con la Curva Nord svuotata per omaggiare il capo ultrà Vittorio Boiocchi, ucciso in un agguato sotto casa un’ora prima dell’inizio del match. Il primo Daspo, secondo il Corriere della Sera, è per un ultrà che ha aggredito e spinto a terra un tifoso che non voleva abbandonare gli spalti. Una discussione, gli animi che si scaldano e poi la spinta che fa cadere sulla gradinata il tifoso. Un’altra decina di ultras della Curva Nord, quelli che hanno provocato il deflusso dal secondo anello verde dopo l’ordine dei capi della tifoseria, sono stati identificati in attesa della valutazioni della procura.

Curva Nord, provvedimenti

La Digos milanese sta terminando l’analisi dei filmati delle telecamere del Meazza dopo le denunce (sui social) di diversi tifosi. Hanno raccontato d’essere stati aggraditi, picchiati o minacciati perché si rifiutavano di uscire dagli spalti. In realtà di denunce formali in questura non ce ne sono ancora. E neppure il tifoso vittima dell’aggressione ripresa dalle telecamere e poi caduto a terra ha, al momento, deciso di sporgere querela. Ma gli agenti stanno comunque cercando di rintracciare possibili vittime. A partire da due tifosi che, con distinte telefonate, hanno chiamato il 112 — un’ora dopo la partita — raccontando di essere stati allontanati dagli spalti. Ma si lavora anche per identificare gli account social dai quali, soprattutto via Twitter, sono arrivate le prime segnalazioni.

Gli inquirenti hanno ricostruito nel dettaglio il film della serata. Alle 19.48 in via Zanzottera l’agguato a Boiocchi: cinque colpi di pistola, con il leader degli ultrà in arresto cardiaco trasportato in ospedale. Appena la notizia rimbalza in curva, i gruppi della Nord tolgono gli striscioni dalla balaustra e smettono di cantare. Iniziano lunghi conciliaboli, poi alla conferma della morte — poco prima della fine del primo tempo — arriva l’ordine di uscire dal Meazza in segno di lutto e di posizionarsi sotto agli spalti, dove c’è il Baretto, storico ritrovo nerazzurro. Non tutti però accettano. E gli animi si scaldano: “Se non uscite le prendete”. Sappiamo tutti poi com’è andata a finire.

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Published by
Andrea Gussoni