Gigi Garanzini ha analizzato su La Stampa quanto successo in Juventus-Inter. “Un’impresa in piena regola. La Juve l’ha costruita in due tempi, accettando nel primo la superiorità dell’Inter, di intenzioni e di manovra, e nel secondo, una volta trovata la fiducia che serviva, colpendo implacabilmente e, a gioco lungo, a ripetizione”.
“Due reti propiziate da Kostic, imprendibile sia sullo scatto che in progressione, e finalizzate l’uno da Rabiot con un colpo da biliardo, e il secondo da Fagioli con la freddezza del veterano. Ma cambia soprattutto la percezione. Se una squadra ridotta ai minimi termini di organico, ma innervata al meglio dai giovani, si dimostra capace di mettersi alle spalle il triste, recentissimo passato, dovrebbe essere ragionevolmente capace anche di andare oltre. Come, in fondo, con Allegri alla guida, è già accaduto”.
Mario Sconcerti ha parlato dell’Inter a TMW Radio. “Il Bayern in questo momento è più forte e ha più soluzioni di gioco. Per il resto l’Inter era in una formazione con tante riserve, era metà Inter ma si è confermata. Mi ha dato spesso la sensazione che potesse segnare. Andava in difficoltà dietro anche con facilità, ma sono convinto che il ko significhi poco. Resta l’aver battuto il Barcellona. L’Inter però deve crescere anche in Champions. Napoli e Inter arrivate con un turno d’anticipo già qualificate in due gironi non semplici? Certamente è un buon segno per il calcio italiano, ma il risultato pratico è come quello degli ultimi anni, ossia una che vince il girone, due seconde e una che esce fuori. La novità grossa è la grande difficoltà delle spagnole, che non ci si aspettava in questo modo. E’ stato questo il vero cambiamento. Noi abbiamo ottenuto gli stessi risultati degli ultimi anni”.