Javier Zanetti ha parlato al Giorno, durante una visita in cui è stata registrata una lunga intervista di cui oggi è stata pubblicata una nuova parte: “Quando sono arrivato all’Inter per me era il massimo e ho fatto tutta la carriera qui. Molti compagni che sono andati via mi hanno poi richiamato dicendomi che il loro grande errore era stato lasciare Milano”.
Le parole di Zanetti
“Persino Roberto Carlos, che pure andò al Real Madrid, è rimasto con il cuore nerazzurro. Anni difficili all’inizio? Io pensavo sempre a quel che dovevamo fare noi. Parlando con Moratti dicevo sempre che lavorando come stavamo facendo sarebbe arrivato il nostro momento. Meno male che il tempo mi ha dato ragione. Con la cultura del lavoro, la programmazione, gli obiettivi chiari, prima o poi ci arrivi alla vittoria. Nel calcio serve tempo e non bisogna fermarsi alla prima difficoltà. Se hai capacità non ti mollo al primo ostacolo, al contrario ti vengo ancora più vicino”.
Le parole di Zeman
Lunga intervista con la Gazzetta dello Sport di Zdenek Zeman: “Sono sempre stato juventino. Da piccolo andavo a dormire con la maglia bianconera. Ho avuto delle dure polemiche con la Juve di Moggi, Giraudo e Bettega. Ma la Juventus non comincia e non finisce con loro. Era la squadra di mio zio Cestmir Vycpálek: il più grande talento del calcio cecoslovacco prima di Pavel Nedved, che portai in Italia. La differenza è che Nedved, lavoratore maniacale, voleva allenarsi pure il giorno di Natale; mio zio invece amava le gioie della vita. Era stato a Dachau, e il lager l’aveva segnato. Ma mi dicono fosse birichino anche prima”.
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