Fra i nodi più intricati per la dirigenza nerazzurra c’è sicuramente quello relativo allo sponsor di maglia, Digitalbits, che nonostante un accordo da 85 milioni in 4 anni con il club di Viale della Liberazione si è rivelato inadempiente. La Gazzetta dello Sport fa il punto della situazione. “Il mancato pagamento della prima rata ha portato alla ovvia reazione dell’Inter: la parola “Digitalbits” è sparita dalle piattaforme ufficiali del club, poi dai tabelloni pubblicitari e infine dalle magliette della Primavera e dell’Inter Women. La Prima Squadra è l’ultima frontiera che resiste, non si sa fino a quando: gli avvocati stanno parlando e non è escluso che, vista la possibilità di recuperare almeno parte del saldo, il main sponsor rimanga ancora per un po’”.
In caso contrario, tuttavia, l’Inter potrebbe scegliere di depennare il logo dalle maglie già alla ripresa del campionato, ovvero il 4 gennaio contro il Napoli. La speranza è quella di trovare un accordo con un nuovo main sponsor, ma se non dovesse succedere come si presenterà la squadra di Simone Inzaghi? “Tra le soluzioni allo studio, ce n’è una che ha preso piede: da un lato eviterebbe che alla ripresa ci si presenti con una maglia completamente intonsa (romantica forse, ma da evitare per ragioni commerciali) e, dall’altro lato, sarebbe in continuità con la storia di un club dalle forti radici sociali. L’idea è di una maglia con contenuti sociali direttamente riconducibili alle politiche societarie: da quando i nerazzurri hanno cambiato il brand, “I M Inclusion” è il cappello dentro a cui stanno i progetti “CSR” (Corporate Social Responsability). Sono quelli educativi che usano il calcio per integrare e lottare contro ogni discriminazione. Per questo il 4 gennaio contro il Napoli, in una partita che lancerà la ripartenza e orienterà lo Scudetto, è possibile che venga lasciata brillare proprio la scritta “I M Inclusion”“.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)