Nella lunga intervista rilasciata a Sportweek, rivista settimanale di Gazzetta dello Sport, André Onana parla in modo particolare del suo rapporto con il collega di reparto Samir Handanovic.
Onana ha superato l’esperto portiere sloveno nelle gerarchie, ma il camerunense non è sorpreso. “So quanto valgo e mi accorgo di quanto cresco allenamento dopo allenamento. Sapevo che facendo le cose per vene sarebbe arrivato presto il mio momento. Prima di arrivare, ero consapervole che mi sarei giocato il posto con un portiere straordinario, che ha fatto la storia di questo club, ma che è molto, molto diverso da me…”.
Onana spiega la diversità con Handanovic. “Se qualcuno mi chiede “Samir è un tuo modello?”, io non posso che dire…”no” (il modello per Onana è Manuel Neuer ndr). Proprio per questa diversità tra noi. Ma aggiungo pure che lui e un campione gigante, altrimenti non sarebbe rimasto qui, a questo livello, per 11 anni: davanti ad Handanovic ci si può solo togliere il cappello. Appartiene a una scuola italiana che è diversa dalla mia: è bravissimo e sicuro tra i pali, mentre io mi sento un portiere moderno e “proattivo”. Uno che prende rischi, esce, accetta l’uno contro uno e gioca tanto con i piedi. Sono semplicemente modi diversi di intendere il ruolo e diversi insegnamenti a cui vieni abituato. All’inizio, ci guardavamo strani in allenamento e uno diceva all’altro: “Non fare così, stai sbagliando”. E l’altro rispondeva: “No, sbagli tu” (ride, ndr). Personalmente, mi sto misurando con allenamenti nuovi che all’inizio neanche capivo, ma anche così posso crescere”.
Come sono i rapporti tra Onana ed Handanovic dopo l’avvicendamento tra i pali? Ecco cosa dice il camerunense. “Parliamo molto di più adesso di prima: Samir si sta comportando da vero capitano. E un leader riconosciuto e si vede in tante piccole cose: non deve pensare solo a me, ma a tanti aspetti quotidiani della squadra Apprezzo il fatto che mi dia consigli, che si congratuli per una bella parata e mi corregga per un errore. E, poi, ricordiamoci di una cosa• ‘Inter intesa come istituzione, è qualcosa di molto più grande di me, di lui e di qualunque altro. Noi tutti abbiamo il dovere di onorare e difendere questa maglia, ma siamo solo ii passaggio, mentre il club e il popolo interista resterà. Questo soltanto conta”.