Il sottosegretario Vittorio Sgarbi è tornato a parlare del futuro di San Siro sul Corriere della Sera: “E’ una valutazione tecnico scientifica. Come il caso richiede e dalla quale io sono partito. Andranno anche valutate le misure disciplinari, quando non le indagini giudiziarie, sulla astensione della Soprintendenza rispetto a una indicazione dei Comitati ministeriali, in base alla quale si rileva non è stata «in alcun modo approfondita la possibilità di riconoscere allo stadio un interesse storico-identitario o storico-relazionale di cui all’art. 10 comma 3 lett.d) del Codice’. Si apllica tale norma, anche qualora manchi il requisito della ultrasettantennalità. Per tutti quei beni sia immobili sia mobili, a chiunque appartenenti”.
Le parole di Sgarbi
“Da questo punto di vista, lo stadio Meazza ben può e deve annoverarsi tra le testimonianze dell’identità e della storia delle istituzioni collettive. Innanzitutto per il suo riferimento con la storia della cultura sportiva e calcistica. È la legge che parla ed è inaccettabile che un consigliere comunale la ignori e mi insulti. Dimenticando che la mia posizione senza avergli parlato concorda con quella dell’ex vicesindaco migliorista Luigi Corbani, e arrivando a scrivere, con evidente subordinazione a interessi economici, che io sarei ‘un irresponsabile che incarna la peggiore Italietta delle giravolte opportuniste, facendo scappare gli investitori’. È questo il senso del mio intervento. Il richiamo al rispetto della legge. Il vincolo non è una scelta o un capriccio: è un obbligo“.
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