Conclusosi il mondiale – che ha fatto sorridere anche gli interisti per la presenza di Lautaro – si deve tornare alla realtà. E spesso, dopo un lungo digiuno da criticità, bisogna fare i conti con quelle che sono le problematiche. A livello sportivo Inzaghi ha potuto abbracciare fin da subito Onana e Lukaku, lavorando intensamente in giro per l’Europa per migliorare gli aspetti tecnici; dal punto di vista manageriale, invece, ci sono lacune così profonde che difficilmente avranno un buon esito entro la fine dell’anno.
Ad oggi, infatti, l’Inter gioca senza main sponsor ufficiale, senza sponsor di manica, senza lo sponsor sulla maglia d’allenamento (LeoVegas.news è comparso a Malta, ma è stato una tantum; sul retro svetta, per fortuna, Lenovo), senza sponsor per la compagine di Inter Woman. Com’è possibile arrivare a fine dicembre senza una soluzione a queste criticità che si conoscevano da tempo? La questione Digitalbits si trascina da mesi, ma senza un sostituto l’Inter è costretta a portare avanti, di facciata, la partnership, ma tutte le carte sono passate oramai ai legali del club per interrompere l’accordo. Subentrerà Hisense? Secondo rumors, difatti, sarebbe stato lo stesso Zhang, inizialmente, a preferire il marchio delle cryptovalute al colosso, ma nulla è verificato: in caso, sarebbe un’azione scellerata e priva di logica.
Sullo sponsor di manica, invece, silenzio di tomba. L’introito non è eccessivamente elevato, si parla in media di circa 6/7 mln, che comunque alleggeriscono la mole di debito che l’Inter deve ripianare annualmente e che è, per lo più, il tasso di interesse sul bond (circa 20 mln). Sono soldi che, sommati a quelli che deve ricevere dal main sponsor, alleggerirebbero la pressione debitoria e darebbero una mano in chiave calciomercato. I molti nomi circolati finora, infatti, possono essere solo dei sogni proibiti se non esce qualcuno: è così da due anni. Investire significa programmare, indebitarsi, invece, annaspare: nel futuro immediato avere disponibilità di manovra può dare dei frutti, ma nel lungo corso sicuramente no. Si aspettano risvolti positivi dal 2023, con Zhang e la dirigenza largamente motivati a continuare.