Si è conclusa l’ultima amichevole di questo inedito precampionato invernale dell’Inter di Simone Inzaghi, che ha battuto il Sassuolo a Reggio Emilia per 1-0 ancora una volta grazie a Edin Dzeko. Lo score dei nerazzurri da inizio dicembre a oggi parla di quattro vittorie (contro Gzira United, Salisburgo, Reggina e Sassuolo) e un pareggio (contro il Betis), con un bottino di 14 gol fatti e 2 gol subiti: 6-1 allo Gzira, 4-0 al Salisburgo, 1-1 col Betis, 2-0 alla Reggina e, come detto, la vittoria di misura appena ottenuta con la squadra di Dionisi. Oltre alla consueta vena realizzativa di Dzeko, ci sono in particolare tre buoni segnali che Simone Inzaghi può raccogliere e sui quali può lavorare in vista dei prossimi sei mesi.
1) Bastoni – Il difensore classe 1999, che nel corso della prima parte di campionato non aveva sempre brillato (finendo in alcuni casi in panchina), sembra essere in gran forma. Contro il Sassuolo ha contenuto alla grande il suo avversario diretto Defrel, rivelandosi inoltre particolarmente propositivo e lucido – come d’altronde le potenzialità gli permettono – in fase di impostazione. Brillante sul gol di Dzeko con palla rubata, dribbling e assist al bacio.
2) Barella – Il centrocampista sardo sta crescendo con il passare delle partite e a Reggio Emilia ha corso come di consueto per tre persone, rubando diverse palle e regalando giocate deliziose barcamenandosi contro il dignitosissimo centrocampo avversario. I suoi disimpegni si sono rivelati sempre puntuali, mantenendosi concentrato in entrambe le fasi. Sarà lui, ancora lui, sempre lui, il cuore del centrocampo dell’Inter anche nel 2023.
3) Lukaku – È vero, non è ancora il Romelu che conosciamo e questo è fuori discussione. Ma sarebbe anche ingiusto aspettarsi una brillantezza che inevitabilmente non può ancora essere alla portata, visti i due infortuni occorsigli in autunno e il Mondiale disputato in condizioni fisiche precarie. E allora, perché sarebbe un buon segnale? Perché Lukaku, esattamente come a Reggio Calabria, è cresciuto con il passare dei minuti: se al Granillo aveva segnato il gol del 2-0 nelle battute finali, al Mapei ci è andato solo vicino, ma è stato più nel vivo del gioco nel secondo tempo rispetto al primo. Insomma, c’è un motivo se – contrariamente alle previsioni – Inzaghi ha deciso di impiegarlo per 88 minuti con la Reggina e per 84 con il Sassuolo: Big Rom può ritrovare la forma migliore soltanto con il progressivo incremento di minuti nelle gambe, soltanto giocando, soltanto correndo. È il viatico per ritrovare un posto nel mondo, nel suo mondo: l’Inter.
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