Le sostituzioni forzate di Hakan Calhanoglu e Nicolò Barella, nel secondo tempo a Monza, si sono rivelate uno spartiacque in negativo per Simone Inzaghi. Privo del turco e del sardo, infatti, il tecnico piacentino ha inserito gli unici due centrocampisti rimasti in rosa (visto che Marcelo Brozovic è ancora ai box), tenendo in campo Henrikh Mkhitaryan: Kristjan Asllani e Roberto Gagliardini. Entrambi non hanno offerto il contributo sperato, visto che l’Inter non è riuscita più a gestire la palla, consegnandosi interamente alla squadra di Palladino.
Le situazioni dell’albanese e dell’ex Atalanta sono agli antipodi. Il classe 2002 è arrivato quest’estate a Milano. Nei piani di allenatore e dirigenza doveva essere il vice Brozovic, ma si è dimostrato ancora inesperto per un ruolo così importante. Tant’è che Inzaghi – nel momento in cui il croato si è fermato – ha scelto di affidare la regia a Calhanoglu. Come riporta La Gazzetta dello Sport, “aver giocato la miseria di 347 minuti in stagione non lo aiuta a essere lucido quando tocca a lui”. Contesto diverso per Gagliardini, “al tramonto di una lunga avventura interista e a fine stagione saluterà dopo sette anni di onorata militanza“.
Il classe 1994 difficilmente lascerà il club nerazzurro a gennaio. Piuttosto lo farà a parametro zero in estate visto che Marotta e Ausilio sono orientati a non prolungare il contratto in scadenza il prossimo 30 giugno. Tuttavia, adesso c’è bisogno anche del suo apporto, insieme a quello di Asllani. A cominciare da domani contro il Parma in Coppa Italia, quando è improbabile l’impiego di Barella e Calhanoglu, che potrebbero sottoporsi a esami strumentali per verificare l’entità del problema occorso in Brianza.