Il Sottosegretario alla Cultura, Vittorio Sgarbi, continua ad esporre la sua netta presa di posizione sul possibile abbattimento di San Siro per la costruzione di un nuovo stadio condiviso dai due club milanesi. Queste le sue parole in un’intervista esclusiva per La Gazzetta dello Sport: “San Siro non si tocca. Il vincolo verrà fatto, se loro vogliono fare delle riunioni di Giunta le facciano, se ci tengono ad esercitarsi sul piano dialettico e politico proseguano pure, noi faremo il vincolo comunque”.
Ma perché San Siro va assolutamente salvato, secondo Sgarbi? “Mi pare evidente che lo sport abbia un ruolo fondamentale nella nostra visione del mondo e che Milano sia una delle capitali dello sport e del calcio italiano. In quello stadio hanno giocato Mazzola e Rivera, è intuitivo che San Siro non possa essere abbattuto, non riesco davvero a capire. Lì ho inaugurato piazzale Angelo Moratti. In quello stadio ci sono state tante personalità del nostro tempo e non va dimenticato che i tifosi di Milan e Inter sono emotivamente legati a questo posto. Mi hanno chiamato in tanti per darmi il proprio sostegno, da Berlusconi a Moratti fino a Tabacci, Rampelli e gli ambientalisti. Esistono davvero milanisti o interisti che vogliono buttar giù lo stadio? Io non credo. Anche se non ho alcun interesse per il calcio – l’unica volta in cui sono stato a San Siro mi sono addormentato sulla spalla di Berlusconi – ho intuito che la città sente lo stadio come proprio: io ho soltanto interpretato un sentire comune. Il vincolo relazionale sta proprio nel difendere questo sentire comune, per far sì che le persone continuino a rispecchiarsi in un simbolo”.
Se davvero alle parole dovessero seguire i fatti, allora appare molto probabile che Inter e Milan non possano sperperare ulteriore tempo e soldi. L’alternativa Sesto San Giovanni, a questo punto, prende sempre più quota.