Il giornalista Giovanni Capuano su derbyderbyderby.it scrive di Inter. E di Simone Inzaghi.
“Il 2023 dell’Inter è ripreso da dove si era fermato il 2022 prima della sosta per il Mondiale: qualche picco di rendimento (Napoli come Barcellona, ad esempio) e molta discontinuità. Troppa soprattutto in trasferta dove i numeri sono da passeggiata dietro la lavagna e dove rischia di consumarsi la rincorsa allo scudetto, non solo per i punti lasciati inopinatamente a Monza seppure con la complicità decisiva dell’arbitro Sacchi. Non esiste nessuna squadra al mondo in grado di fare risultato sempre e comunque partendo da un handicap di 2 gol, la condanna che l’Inter si è autoinflitta quando viaggia lontana da San Siro. E siccome la condizione di classifica impone da qui in poi di non scivolare più, ecco che i limiti evidenziati anche a gennaio rischiano di essere la tomba di ogni ambizione tricolore.
L’altro lato della medaglia è che Inzaghi rimane tuttora in corsa su ogni fronte: campionato, Champions League (dove il rendimento migliora ad ogni stagione) e anche la Coppa Italia seppure dopo lo spavento e le perplessità con il Parma. Molti tifosi dell’Inter hanno messo nel mirino proprio il tecnico, considerato non da grande club e senza carattere e leadership per imporsi sui giocatori. Parafrasando il mitico Malesani, uno troppo “mollo” per stare all’Inter dove, però, è blindato da un contratto da oltre 5 milioni netti fino al 2024.
E’ così? La verità è che Inzaghi non è Conte, ma quello si sapeva fin dal giorno della fuga di Antonio e della scelta di Marotta. Inutile, dunque, aspettarsi da Inzaghi le stesse cose di Conte. Però anche l’Inter di Inzaghi non è l’Inter di Conte: Lukaku è la controfigura di se stesso, Hakimi non c’è più, Eriksen pure, ogni sessione di mercato i migliori sono potenziali partenti e da tempo la proprietà ha smesso di investire e ragiona in termini di riduzione dei costi. Insomma, la condizione che ha spinto il fu Conte a fare armi e bagagli per andarsene in fretta e furia mentre Inzaghi in questa situazione si è calato e lavora. Sbaglia quando mette i suoi meriti al di sopra di tutto (“Dove vado porto titoli e dimezzo le spese”) ma sbaglia anche chi finge di poter ignorare cosa c’è attorno a lui e al suo lavoro per attaccarlo. Inzaghi non sarà il miglior allenatore possibile per l’Inter ma è di certo un allenatore che ha dimostrato di essere all’altezza di questa Inter”.
(fonte: derbyderbyderby.it)