Juve, Ultras contro la proprietà: “Esseri luridi. Hanno ridotto la nostra storia ad una mera operazione economica”


Il gruppo Ultras della Juventus annuncia il ritorno in curva, scagliandosi contro Andrea Agnelli.
“In questi ultimi anni, la gran parte di quella che oggi fatichiamo a definire “la nostra gente”, ha avallato l’operato di una dirigenza che aveva come unico scopo quello di ridurre la Storia sportiva di una Società leggendaria ad una mera operazione economica, un prodotto da piazzare sui mercati internazionali come una qualsiasi bibita o un marchio di abbigliamento.
Il primo passo di questa mercificazione è stato lo stadio, costruito non per farlo diventare la “nostra casa” ma per creare un posto per clienti da una toccata e via, disposti a spendere l’impensabile per vivere un’esperienza.
La Curva, cuore pulsante di ogni squadra, doveva essere spazzata via ad ogni costo, come dimostrano le vicende giudiziarie: già nel 2006 fecero un processo a 8 capi ultras con l accusa di associazione e dopo 4 anni di udienza arrivò l’ assoluzione;
poi ci fu “Alto Piemonte”, un processo risoltosi anch’ esso con assoluzioni per gli ultras dopo aver accostato nomi e cognomi di tifosi alla criminalità organizzata;
infine Last Banner che è in corso e in appello si confida nella giusta assoluzione per i reati contestati !
Vittime di questa demonizzazione della curva sono state persone la cui vita è stata rovinata, per sempre.
Dove eravate quando a Noi veniva impedito di stare al nostro posto? Dove eravate quando veniste messi in guardia dal pericolo di aver lasciato l’informazione in mano agli altri, permettendo a questi di occupare tutti i posti di responsabilità sportiva e mediatica? Dove eravate quando ci chiedevate di non sventolare i Bandieroni perchè impedivano la visuale? Dove eravate quando chiudevano i club? Dove eravate quando l’abbonamento in Curva veniva portato a 600 euro? Eh già, dove eravate? Ve lo dico io, a difendere questa dirigenza boriosa e faccendiera infatuati dai 9 scudetti consecutivi come se quell’impresa li mettesse al riparo da ogni critica.
La verità è che i 15 punti di penalizzazione, stare fuori dall’Europa e tutto quello che succederà ancora, sono solo la punta di un iceberg rispetto alla reale condanna e da oggi sarà molto difficile che un bambino si innamori di quella Maglia, perchè costretto a sorbirsi una serie di insulti da tutti senza avere possibilità di difendersi. Ed allora sarà più comodo non indossarla più e tifare altro. Tra 10 anni avremo pochissimi adolescenti che tiferanno per la Juventus e sembra incredibile che non ci abbiano pensato quegli strateghi del marketing, gli stessi che pensano al ricorso e puntano sul fatto che altri siano stati assolti.
Questa volta è peggio del 2006. In quel caso eravamo veramente incolpevoli e quanto accaduto è stato figlio di una entità che aveva la necessità di interrompere un dominio sportivo che stava diventando imbarazzante per tutti. Oggi no, oggi paghiamo perchè questi luridi esseri della dirigenza hanno trattato la nostra Maglia come un oggetto senza anima. Ma una cosa resta intatta, la placida riverenza delle nuove dirigenze, di allora come di oggi, che per ritagliarsi il loro spazio e guadagnare il più possibile accettavano la serie B, allo stesso modo in cui oggi sono pronti a far crollare le azioni, per agevolare l’uscita dalla borsa e vendere più facilmente la nostra Juve a qualche altro faccendiere.
Arriveranno tempi ben più difficili di oggi e gli abbacchi di oggi non sono gli Agnelli di ieri. La speranza è che la Juventus torni ad avere al fianco quelli ai quali è stato negato l’onore di farlo. Non importa entrare nel merito della sentenza, perchè non importa sapere dove giocheremo e contro chi. In fondo, il mio calcio e quello dei miei Fratelli è sempre stato un campo ed una Maglia da sostenere: che sia il Bernabeu o il Moccagatta, l’Amore non cambia. Siate sempre orgogliosi di tifare questi Colori e da oggi sappiate riconoscere i falsi amici.
Ripartiamo dal compattare quel poco che resta, ricostruendo la bolgia che era lo stadium e restituendo a DRUGHI VIKING N.A.B. quella passione che è stata tolta da quei personaggi che oggi sono all’angolo, DRUGHI N.A.B. e VIKING entità di Uomini innamorati della Juventus.
Fieri di non aver mai mollato nonostante seguire la Juve fosse diventato sempre più difficile.
Fino alla fine, sempre e poi comunque e ancora sempre !!!”.
DRUGHI N.A.B. VIKING

Plusvalenze: perché la Juve penalizzata e le altre società assolte?

Dopo la sentenza della Figc sulle plusvalenze che ha condannato la Juventus a 15 punti di penalizzazione da scontare in questo campionato i dubbi dei tifosi bianconeri si concentrano sull’assoluzione delle altre società coinvolte negli scambi di calciatori. Le altre società sono Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Pescara e Novara. La corte dovrà spiegare nelle motivazioni perché non sono state considerate responsabili come i bianconeri. Intanto Repubblica oggi abbozza una spiegazione: Il giudice Mario Luigi Torsello ad aprile certificava la necessità di una norma per colpire il sistema delle plusvalenze. Sostenendo appunto che nei fatti gli scambi di calciatori non erano punibili. Perché, come recitava la tesi difensiva dei bianconeri, non c’è una regola per valutare il valore di un cartellino. E allora, è il ragionamento, la Corte, ha sanzionato altro. Non gli scambi in quanto tali. Ma la ricerca ripetuta e ossessiva di strumenti e mezzi per far quadrare i conti. Con quelle che Chinè ha chiamato «dichiarazioni auto accusatorie». Come la frase di un dirigente: «Per fare la plusvalenza Pjanic, Arthur lo hai pagato 75 milioni».

L’articolo 4 del Codice di giustizia sportiva

La Procura federale sintetizza tutto ciò con una frase: «Sistemare i valori» dei trasferimenti è, per l’accusa, «la parola d’ordine nella dirigenza juventina quando si parla di calciomercato». Questa potrebbe essere la “slealtà sportiva” rilevata da Torsello. E prevista dal Codice di Giustizia all’articolo 4. Quello che sancisce la responsabilità oggettiva della società per le azioni dei suoi tesserati. E che le considera quindi responsabili (e punibili) anche nei casi di illecito sportivo compiuto da un calciatore che nei casi di doping. Intanto però la procura potrebbe mettere al centro di una nuova inchiesta la manovra stipendi e la carta Ronaldo. E le cose per i bianconeri potrebbero addirittura peggiorare.

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