Joaquin Correa è l’oggetto misterioso dell’Inter. “Inzaghi non riesce più ad accenderlo – scrive la Gazzetta dello Sport -. Alla Lazio viaggiava alla media di 10 gol a stagione, 30 in tre annate. All’Inter 6 gol totali nel 2021-22 e 3 reti complessive nel 2022-23, dato migliorabile, perché mancano molte partite tra campionato e coppe varie. Le prestazioni però tendono al peggioramento, Correa è sempre più marginale nell’Inter inzaghiana. Non si sintonizza neppure più sulle frequenze di Lautaro Martinez, argentino come lui, amico e compagno di nazionale. Pare avviato a un precoce tramonto, ma non può finire così, a 28 anni. Presumiamo che sia una questione di testa, lo deduciamo da certe posture rinunciatarie, il linguaggio del corpo non mente. Correa non crede più in quello che fa o si sente estraneo all’Inter, e non sappiamo che cosa sia peggio. Offre un rendimento al ribasso nonostante lo alleni Simone Inzaghi, il tecnico che più lo ha capito in questi anni. L’illusione della prima al Bentegodi nell’agosto 2021 è involuta in disillusione, San Siro interista ha smesso di credere in Correa e spera che Marotta e Ausilio riescano a piazzarlo altrove, cosa non semplice a meno di non mettere in conto una discreta minusvalenza. All’Inter non resta che confidare nell’orgoglio del giocatore. Da qualche parte dentro di sé Correa conserva di sicuro l’amor proprio per il suo talento: è il momento di tirarlo fuori”.
Male Onana, Bellanova, Skriniar. E male pure Joaquin Correa. Ma quest’ultima non è una notizia. Nella notte horror di Inter – Empoli arriva la sentenza definitiva: il Tucu è un oggetto misterioso. E non è da Inter. Simone Inzaghi lo ha schierato titolare e lui ha ripagato con una prestazione scialba, senza cuore, senza anima, senza carattere.