Lele Adani è stato intervistato quest’oggi da La Gazzetta dello Sport, parlando in particolare del momento dell’Inter: “Il grande cammino del Napoli non deve far dimenticare le “mancanze” di chi sta dietro. Non credo che l’Inter rischi il posto tra le prime quattro, ma non può di certo dirsi soddisfatta di quello che sta facendo: 6 sconfitte in 22 partite, i pareggi contro Monza e Samp…”.
Si passa poi a parlare di Romelu Lukaku, ancora distante dalla sua condizione migliore: “Lukaku non nasce campione, non ha la naturalezza dell’attaccante talentuoso, come può essere Dzeko, nei movimenti e nelle giocate. Il suo calcio non può prescindere dalla forma fisica e dal lavoro settimanale. Quando Lukaku sta bene, cresce anche in autostima e quindi nella tecnica, persino nel dribbling. Ma quando sta male diventa un giocatore normale, che fatica. Responsabilità di Inzaghi? Mi aspetto che anche l’allenatore trovi il modo per incidere sulle performance di Lukaku. Come dico sempre, quando un giocatore di livello non rende secondo le attese, la colpa va condivisa anche con la guida tecnica. Mi piacerebbe che Inzaghi dicesse anche pubblicamente che tipo di lavoro vuole fare con il belga. Giusto tenere Lukaku anche l’anno prossimo? Dopo un’annata così, io lo terrei proprio per non sconfessare la scelta fatta in precedenza. Lukaku non è tipo da atteggiamenti sbagliati e non può aver dimenticato come si gioca a calcio. Se ci credevi prima, non puoi smettere di farlo per un anno tribolato”.
Uno dei rimpianti più grandi dell’Inter, guardando allo scorso mercato, è certamente Paulo Dybala: “Se vogliamo parlare di errori sul mercato, non prendere Dybala lo è stato sicuramente e a prescindere dal fatto che sia arrivato Lukaku o sia partito Sanchez. L’Inter è ultima in Serie A sia per dribbling tentati che riusciti. Manca l’uomo che va oltre lo schema, lo si è visto anche contro la Samp. Avere un Dybala in più contro avversari chiusi a riccio ti può garantire la giocata di classe che spezza la partita”.