L’Inter contro l’Udinese poteva solo vincere. A maggior ragione dopo il grave pareggio di Genova, quando i nerazzurri hanno fallito l’occasione di scavare un piccolo solco fra il proprio secondo posto e la bagarre Champions che vede coinvolte Milan, Roma, Atalanta e Lazio, più ipoteticamente la Juventus se le pressioni dei suoi tifosi, della classe dirigente calcistica (Figc e Lega) e della politica dovessero effettivamente attecchire e restituire ai bianconeri i 15 punti. Insomma, Inzaghi e i suoi ragazzi non potevano permettersi un altro errore. E i tre fondamentali punti sono arrivati, ancor più vitali dopo il successo del Milan a Monza.
Il tecnico piacentino ha fatto ampio ricorso alle rotazioni, cambiando ben sei uomini rispetto alla gara contro la Samp. Handanovic in porta in luogo di Onana, Bastoni per De Vrij, Dumfries per Skriniar con Darmian arretrato in difesa, Brozovic per Calhanoglu, Dimarco per Gosens e Dzeko per Lautaro. La Champions incombe e tutti, ad Appiano Gentile, conoscono l’importanza del palcoscenico europeo, specialmente per la piega che ha preso questa stagione e per l’inevitabile importanza che le coppe (anche quella italiana) rivestiranno da qui a giugno. E a proposito di futuro stagionale, i ritorni di Brozovic e Lukaku in pianta stabile sono fondamentali per le speranze nerazzurre, anche se ieri sera entrambi sono apparsi ancora appannati: il belga, nonostante sia a disposizione fissa da qualche partita e alla seconda gara consecutiva da titolare, continua a non brillare; più prevedibile il ritardo di condizione del croato, all’esordio dal primo minuto dopo 5 mesi esatti, ancora contro l’Udinese.
Col Porto non basterà, ma…
Bene i tre punti, bene le occasioni comunque create, non tanto i disequilibri visti in campo e l’improvvisazione mostrata in diverse circostanze. L’Inter ha pagato ancora una volta l’assenza di un calciatore capace di dribblare (l’ultimo posto nella classifica di Serie A dei dribbling parla chiaro): è una squadra che arriva al gol soltanto con le trame di gioco raffinate oppure con i tiri da fuori grazie alla qualità dei propri interpreti. Uno su tutti, Henrikh Mkhitaryan, capace di una prodezza sul gol del 2-1 calciando al volo col destro: margine di difficoltà molto elevato, gol splendido.
L’Inter, in Champions League, non potrà però permettersi tutti i contropiede concessi ieri all’Udinese. Un esempio, anzi due. Sul gol del pareggio friulano, come ha fatto notare ieri lo stesso Inzaghi, i nerazzurri si sono sbilanciati eccessivamente senza avere la sicurezza di un possesso consolidato: non è normale che un errore di Lukaku nell’apertura verso sinistra possa consentire all’Udinese di ritrovarsi in porta nel giro di cinque secondi. E poi, basta guardare agli attimi che hanno preceduto la rete di Mkhitaryan: la squadra di Sottil ha avuto un’enorme occasione di passare in vantaggio con Success, murato magistralmente da Dumfries alla disperata. Sul ribaltamento di fronte, poi, l’Inter è andata in vantaggio, ma non si può giocare sempre d’azzardo.
Il Porto, infatti, gode di una qualità maggiore rispetto all’Udinese e se i friulani ieri in contropiede hanno colpito una sola volta, sciupando il resto delle occasioni, i ragazzi di Conceiçao non saranno dotati di così tanta magnanimità. In Champions, specialmente quando si arriva alla fase ad eliminazione diretta, gli avversari non perdonano. Inutile ribadire, poi, che i nerazzurri dovranno aumentare il coefficiente realizzativo rispetto a quanto fanno solitamente in campionato. E qui veniamo al punto, che è anche un invito alla fiducia in vista di mercoledì. Prendendo ad esempio la doppia sfida contro il Barcellona (che è la cosa più simile ad un doppio confronto ad eliminazione diretta), infatti, la squadra di Inzaghi si è rivelata invece cinica, sfruttando le occasioni concesse e capitalizzando il più possibile, facendo un gol a San Siro e ben tre al Camp Nou.
L’ennesima dimostrazione che forse non è sempre il caso di prendersela con la sfortuna, con la palla che non entra, bensì di chiamare in causa la concentrazione e le motivazioni. Nel girone di Champions e in particolare contro il Barça queste erano ad un livello elevatissimo: l’Inter ha sbagliato meno del solito sotto porta e anche in fase difensiva, concedendo poco agli avversari e disputando una gara improntata sulla massima attenzione. Ecco, se l’atteggiamento dovesse confermarsi quello di questa Inter europea, i nerazzurri potranno giocarsi ampiamente le loro carte per passare ai quarti. Anche perché il Porto non replicherà la gara fatta dall’Udinese ieri, che si è chiusa a riccio scegliendo di consegnare palla all’Inter, puntando solo sulle ripartenze. E questo, per una squadra che normalmente crea tanto come quella di Inzaghi, può rivelarsi un altro stimolo alla fiducia. Ne servirà tanta, per fare un grande cammino europeo e per ripagare i tifosi inevitabilmente delusi dall’umiliante -15 dal Napoli. E allora prepariamoci per la (doppia) partita più importante della stagione.
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