Youri Djorkaeff ha parlato ai microfoni di Amazon Prime Video. Inevitabile la domanda sul gol alla Roma: “E’ finito sugli abbonamenti. Moratti voleva fare una statua fuori dal Meazza. Però San Siro non appartiene all’Inter e allora ha fatto l’abbonamento e ce l’ho sempre con me. Qualche volta in Italia mi sbaglio e invece della carta di credito mi viene fuori la tessera dal portafoglio… Chi può rifarlo? Basto io, gli altri s’inventino qualcosa di diverso”.
“C’era gente a cui piaceva il calcio, a cui piaceva giocare insieme e questa è la più grande cosa che abbiamo dato ai tifosi. Il primo giorno con Moratti a casa sua, il presidente mi dice di lasciare l’agente e i dirigenti a parlare del contratto. Noi siamo andati a cenare e a parlare di calcio da un’altra parte… La prima partita a San Siro sono tornato a casa e non riuscivo a dormire. La gente, i campioni… Mi cantavano questo coro, ‘Youri Youri Djorkaeff’. Io lo cantavo a casa. Mia moglie mi diceva ‘basta, voglio dormire'”.
Il Sole 24 ore ha analizzato la situazione legata a Steven Zhang e al futuro dell’Inter, tornando a fare il nome del Public Investment Fund (PIF), ora proprietario del Newcastle. “Si è vociferato di un interesse, mai confermato, per l’Inter. Ora Pif punta a realizzare una strategia di sportwashing, distogliendo lo sguardo dalla situazione dei diritti umani nel Paese. Non è un caso che sia interessato anche al circuito di Formula 1. In questi giorni hanno ripreso a circolare indiscrezioni su una possibile vendita dei nerazzurri a un fondo Usa. In realtà, le discussioni sembrano preliminari e sarebbero limitate a contatti fra le parti. Al lavoro sono gli advisor Goldman Sachs e Raine. Il prezzo base, sotto il quale Zhang non è disposto a scendere, è 1,2 miliardi, cifra che Elliott ha ottenuto sul Milan per stringere la partnership con la RedBird di Gerry Cardinale”.