Dopo sei mesi di sofferenza, nella notte più importante, nei minuti più importanti: eccolo qui, Romelu Lukaku! Eccola qui, la prima vera risposta alla fiducia che l’Inter ha riposto (di nuovo) in lui la scorsa estate, e che non è venuta meno neppure durante i travagliati mesi trascorsi in infermeria. Chiariamoci: Big Rom può e deve ancora dare tanto a questa Inter, ci si aspetta molto di più, ma ci sono certe serate in cui si vede chiaramente la parabola del destino che fa il suo corso.
I nerazzurri, vista la piega presa dal campionato, aspettavano di fatto questa gara dal momento dei sorteggi di novembre. Un accoppiamento pericoloso, quello con il Porto, perché inevitabilmente sulla carta una squadra portoghese non fa lo stesso effetto di una della Premier League o delle altre leghe maggiori. I ragazzi di Conceiçao, però, sono fastidiosi e scorbutici, quanto organizzati e uniti. Non perdevano dal 21 ottobre. Prima di ieri.
L’Inter di quest’anno si è ormai specializzata nell’arte di interrompere strisce positive: lo ha fatto con il Barcellona che in Liga volava, con il Napoli che non aveva mai perso (e dopo San Siro non è più andato ko), adesso con il Porto. È solo il primo round, ma era importantissimo indirizzare anche leggermente la sfida, prendersi un piccolo vantaggio in vista di un infuocato ritorno in Portogallo. L’1-0 non è un risultato straordinario, ma può rivelarsi importante.
Onana e Calhanoglu sugli scudi. E che ingressi in campo!
Sono stati 90 minuti nervosi, una vera e propria battaglia che è cominciata sin dal primo minuto ed è esplosa verso la fine del primo tempo con l’accenno di rissa dopo la furbata tentata da Otavio. Ma quest’ultimo non aveva fatto i conti con la qualità di alcuni giocatori nerazzurri, su tutti Hakan Calhanoglu, ancora una volta padrone del centrocampo (premiato MVP della partita dalla UEFA) e capace di fare espellere l’avversario dopo una serie di giocate ubriacanti. L’Inter è stata brava a rispondere a tono alle provocazioni portoghesi, facendosi rispettare ma contemporaneamente non perdendo la testa, perché l’obiettivo numero uno era vincere.
Ci è riuscita, la squadra di Inzaghi, anche grazie agli interventi di André Onana, quelle poche volte in cui è stato chiamato in causa. Già, perché la difesa nerazzurra è stata guidata ancora da un Acerbi irreprensibile: anticipi, chiusure di testa, posizionamenti perfetti. Che difensore! Quando la retroguardia non ha retto, è stata la volta del portiere camerunese che ha parato con i piedi nel primo tempo, poi si è esibito in un allungo su Taremi nel secondo e in una doppia parata prodigiosa poco prima dell’1-0 di Lukaku.
La differenza è stata fatta, per una volta, dai sostituti. Già perché Lukaku, Gosens e Brozovic sono entrati in campo uno meglio dell’altro, con atteggiamenti impeccabili e concentrazione elevatissima. Detto del belga che si era reso utile già prima del gol liberatorio, il tedesco ha arato la fascia avversaria producendo un’enorme quantità di cross. Va bene, molti erano imprecisi, ma l’impressione era quella di un giocatore ritrovato per la grinta che ci ha messo e anche per diverse chiusure determinanti in fase difensiva. Il croato, invece, sembrava di tutt’altra pasta rispetto a quello incupito e arrugginito visto con l’Udinese. Primo tocco, primo passaggio filtrante a liberare Calhanoglu. E poi palle rubate, lucidità nei possessi anche in una fase concitata di gara. Insomma, nulla di nuovo: solo il vecchio e caro Brozovic.
Solo mantenendo questo spirito di gruppo e perché no, passando anche dai diverbi in campo che testimoniano voglia di vincere collettiva, l’Inter potrà uscire imbattuta dal Dragao. La squadra di Inzaghi dovrà avere la stessa forza mentale di ieri sera, perché è scontato che le provocazioni si sprecheranno dal primo minuto e anche il Pepe tutto sommato tranquillo di ieri sera, darà il suo meglio (o peggio). Già ieri, nel post-gara, Conceiçao ha cominciato l’opera di pressione verso gli arbitri, reclamando un’ammonizione di Lautaro che aveva visto solo lui. All’Inter servirà un’altra grande notte, proprio come quella di ieri, pur sapendo che sarà durissima. Ma adesso, scongiuri permettendo, i nerazzurri potranno giocarsela con un Lukaku in più, che è (ri)sbocciato nella notte dei sogni per eccellenza, quella di Champions.
“Notte di sogni, di coppe e di campioni“, cantava Antonello Venditi. Noi potremmo aggiungerci “ritrovati“, perché il Lukaku devastante ce lo ricordiamo tutti, ma adesso abbiamo tanta voglia di goderci quello del presente. Con il suo apporto, l’Inter può davvero sognare. Magari non coppe campioni, ma di fare strada ed emozionare un popolo, quello sì.
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