Hakan Calhanoglu si racconta alla Gazzetta dello Sport. E parla del momento dell’Inter. “Nessuno si aspettava un’Inter così indietro. Il Napoli merita di stare lì, ma è colpa nostra, come lo scorso anno. Potevamo essere più vicini se non avessimo perso punti”.
Sul contratto. “Sono orgoglioso che l’Inter voglia rinnovarmi e la mia volontà è stare qua. Ma io voglio rimanere a Milano anche dopo, restando nel calcio. Magari apro pure un ristorante 100% turco che in città manca”.
Il miglior Calhanoglu di sempre. “Sì, senza dubbio. Sono migliorato in ogni aspetto, sono una persona più matura anche fuori dal campo. È la mia migliore stagione perché mentalmente mi sento sempre sul pezzo”.
Sul percorso di crescita all’Inter. “Dal primo giorno in cui sono arrivato, ho capito che qui c’era un’aria speciale. Diversa. Grazie ai compagni, allo staff e a tutti quelli che lavorano qui, mi sono sentito benvoluto subito. Poi la positività dei tifosi mi ha dato energia, carica e fiducia in me stesso: mi sento libero, so che mi sostengono anche quando sbaglio. Poi un altro scatto mentale l’ho fatto dopo questo terribile terremoto che ha colpito la mia Turchia: è un dolore enorme che mi ha scosso emotivamente. Ora mi emoziono di più in campo, sento di dover dare il massimo anche per regalare un sorriso a chi soffre. Per questo sono sempre più dentro alla partita”.
Sul nuovo ruolo da regista. “Grazie a Inzaghi mi sono completato in questa posizione, soprattutto dal punto di vista difensivo. Ora mi esalta anche il duello fisico: sarò più lontano dalla porta e tirerò di meno, ma riesco a controllare la partita, il ritmo, e aiutare i compagni da dietro. Poi un gol può sempre arrivare, come a San Siro con il Barcellona…”.
Su Asllani. “Gli parlo molto, soprattutto quando lo vedo demoralizzato o dispiaciuto. A 20 anni anche noi eravamo come lui, spesso in panchina: in quest’Inter è difficile emergere, ma si impara molto. Lui deve stare calmo e lavorare, crescere nella personalità, diventare più tosto, poi arriverà il suo tempo perché ha qualità grandissime”.
Sui tifosi del Milan. “Per metà della città sono un idolo e per metà un nemico. Metà mi ama e metà mi odia. In una stessa giornata mi è capitato di sentire per strada insulti milanisti e cori interisti. È qualcosa che ha a che fare col calcio: non sarò né il primo né l’ultimo a vivere una situazione così”.
(FONTE: GAZZETTA DELLO SPORT)
Lascia un commento