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Come l’Inter può battere il Porto: le quattro mosse per volare ai quarti di Champions

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Come l’Inter può battere il Porto, Simone Inzaghi ha quattro mosse da sfruttare secondo la Gazzetta dello Sport. “Quattro mosse, quattro giocate per mettere in crisi Conçeicao e regalare 20 milioni di euro alla società col passaggio del turno. E allora, come non pensare che l’Inter dovrà essere in grado di alternare il possesso palla e le verticalizzazioni rapide. Il possesso, nello specifico, nella testa di Inzaghi deve servire a eludere il pressing del Porto, che sa fare molta densità proprio in mezzo al campo. I portoghesi sono bravi ad andare sul primo portatore di palla; ad Acerbi, Calhanoglu e lo stesso Onana il compito di gestire la prima uscita e di far correre un po’ a vuoto gli avversari.

La seconda mossa: le verticalizzazioni rapide. Inzaghi chiederà ai suoi, se possibile, di abbandonare il possesso per cercare direttamente la giocata sui due attaccanti. Anche il lancio può essere una soluzione, per sorprendere la linea del Porto. E poi dovrà essere bravo Dzeko a prendersi gli spazi tra le linee, per aggiungere un riferimento senza dover arrivare direttamente sui piedi di Lautaro. La soluzione del 3-5-2 di Inzaghi è sfruttare il più possibile i cambi gioco. Sviluppare inizialmente l’azione da un lato per poi all’improvviso dirigersi dall’altra per la rifinitura o direttamente la chiusura dell’azione. L’obiettivo è trovare a quel punto fuori posto gli esterni offensivi di Conçeicao, spesso portati ad accentrarsi in fase difensiva.

Altra mossa, la quarta, difensiva. Inzaghi non avrà, salvo colpi di scena, Skriniar. E allora un lavoro supplementare sarà chiesto a Dumfries. L’olandese non è il migliore per applicazione nella rosa, ma sarà necessaria la sua prestazione per aiutare Darmian sui raddoppi. E la stessa cosa sarà domandata a Dimarco, a maggior ragione se sarà confermata l’indicazione di Pepê come terzino destro nel Porto: vorrebbe dire una squadra portoghese a trazione anteriore, che Inzaghi deve poter contrastare. In fondo, per l’Inter fuori casa servono dei correttivi: è il 3° peggior reparto della A, la speranza del tecnico è che in Europa la musica sia diversa”, chiude la Gazzetta.

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La Redazione