Roberto Zaccaria, giornalista RAI e vicepresidente di Interspac, è intervenuto ai microfoni di Radio Nerazzurra.
“L’azionariato popolare non è un marchio di fabbrica solo per gli interisti, è un progetto Paese. Nel momento in cui le squadre sono diventate di proprietà di questi organismi internazionale, è fondamentale l’ancoraggio ai tifosi. Perché Zhang non ci apre le porte? Dovrebbero aprirci quelle principali. Non lo fanno forse per motivi legati al mercato cinese, che in qualche modo ha posto restrizioni. Sullo sfondo c’è un vincolo per il quale i cinesi non possono investire e pensano all’ipotesi della vendita. Secondo me, l’atteggiamento psicologico è questo: non possono mettersi in casa troppa gente, perché poi avrebbero le mani legate sulla cessione. Il nostro modello guarda al Bayern e si basa su una cosa molto semplice: mettiamo che 300 mila persone decidano di entrare in questo progetto, in consiglio d’amministrazione però ne vanno 2. Se tu hai bisogno di prendere soldi da un fondo come Oaktree che te li dà con un certo tipo di interesse, non sarà più facile prendere questi soldi da un gruppo di tifosi che te li dà senza interessi e con una partecipazione al tuo capitale? L’unica spiegazione è quella che ho dato. Noi continueremo a bussare a quella porta, convinti che prima o poi si aprirà.
Sono convinto che questo modello prima o poi sarà esportabile spero in tutto il calcio italiano, come è stato contagioso in Germania dove hanno fatto regole ad hoc. Vorremmo come Inter essere i primi. Ci sono tanti amici che vorrebbero entrare in questo piccolo treno che sta andando avanti, noi abbiamo fatto entrare tanti personaggi di spicco, soci illustri che per noi sono importantissimi”.
Su Simone Inzaghi. “Mi soddisfa a metà. Posso tollerare che la squadra perda 3, 4, 5 partite, ma senza il polmone della Champions League saremmo estremamente delusi. Non sono convinto che abbia quella capacità e grinta di prendere la squadra in mano, soprattutto sulle partite come quella con la Juventus. Siamo doppiamente feriti dopo quella partita. Non posso essere entusiasta. Una grande squadra non cambia allenatori durante il campionato, però se non raggiungessimo la qualificazione in Champions League credo che dovremo fare una riflessione sulla guida della squadra. Inzaghi è stimabile, ma per l’Inter serve una marcia in più. Non basta la quinta, serve la sesta”.
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