Nel suo consueto editoriale per La Repubblica, Paolo Condò ha commentato la giornata di Serie A appena trascorsa con un focus su Milan e Inter, ultime due vincitrici del campionato e rispettivamente al quarto e al quinto posto posto in classifica a distanze siderali dal Napoli e con un piazzamento Champions fortemente a rischio.
“Un classico dei post-gara di Inzaghi e Pioli è diventato il ragionamento ‘se Tizio avesse segnato parleremmo d’altro’ o ‘se Caio non si fosse impappinato davanti alla porta avremmo un’altra classifica’. Beh, siamo d’accordo. Il problema infatti è che Tizio non ha segnato e Caio si è impappinato, vanificando la quantità di palle-gol costruite e permettendo per esempio alla pallonata di Candreva di avere un effetto devastante”.
Un commento anche sul mercato delle due milanesi dopo aver vinto lo Scudetto: “L’Inter e il Milan sono stati campioni d’Italia anomali. Chi vince lo Scudetto generalmente si rafforza, grazie ai maggiori incassi, ai premi europei, all’entusiasmo delle proprietà. Inter e Milan invece sono state indebolite: la prima ha dovuto cedere un Lukaku da 24 gol, Hakimi ed Eriksen (il danese per motivi slegati dal bilancio), finendo per giocarsi anche la permanenza di Conte. La seconda ha perso Kessie ma soprattutto ha distillato da un mercato molto giudizioso – forse troppo – una sola aggiunta vera, il difensore Thiaw, fallendo l’evidente necessità di “comprare” nuovi gol. Dietro a Giroud, Leao e Diaz ci sono in rosa Rebic (3 reti), Origi (2 ininfluenti), Ibra (144 minuti con un rigore inutile) e De Ketelaere (zero). Non ci fosse in giro il derelitto Chelsea, la cui stagione di Premier volge di male in peggio con la miseria di 29 gol segnati, gli attacchi gemelli delle milanesi (48 gol ciascuno) sarebbero i peggiori dei quarti di Champions“.
(FONTE: LA REPUBBLICA)
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