L’Inter di quest’anno non vuole smettere di stupire. In positivo, quando scende in campo nelle notti europee, o in negativo, quando affronta la maratona del campionato. E questa alternanza non fa che alimentarlo, lo stupore, che poi diventa quasi confusione. Ma com’è possibile che una squadra capace di farci così arrabbiare, in Serie A, manifesti invece il tipico piglio da top team in Champions League?
La prova dell’Inter a Lisbona, a un mese di distanza dalla strenua resistenza di Oporto, è stata infatti impressionante per autorità e tranquillità. Fin dal primo minuto, i ragazzi di Inzaghi sono stati dentro la partita comandandone i momenti, rallentando quando necessario e imprimendo la giusta accelerata nei momenti più adatti. Non ha neanche troppo senso star qui a recriminare sulle prove individuali più o meno positive. Dzeko e Lautaro potevano fare di più, mentre Barella, Mkhitaryan e Bastoni sono risultati eccezionali, così come il ritrovato Brozovic, a parte l’erroraccio all’ultimo secondo cui ha dovuto rimediare Onana con un miracolo. Ciò che davvero è importante è l’atteggiamento globale dell’Inter: estremamente convincente, rabbioso e al contempo razionale, dal primo all’ultimo minuto.
Le chiusure e la lucidità di Darmian, la grinta di Acerbi, le sovrapposizioni di Bastoni, le corse di Dumfries e Dimarco, il dominio dei tre centrocampisti contro quelli del Benfica, gli ingressi ottimi di Lukaku e perfino di Correa, criticatissimo fino a questo momento eppure risultato importante. È l’ennesimo segnale che in Champions League ci sia davvero un’aria, un profumo, un sapore diverso quest’anno.
Inter, così ci fai sognare
Un’altra grande notte europea, dopo le due sfide con il Barcellona, dopo il doppio incrocio con il Porto. Il Benfica è a +8 in classifica sulla squadra di Conceiçao, contro la quale i nerazzurri avevano sofferto fino all’ultimo secondo per prendersi i quarti di finale e per questo era lecito aspettarsi una difficoltà ancor più marcata contro i ragazzi di Schmidt. E invece Simone Inzaghi ha letteralmente disinnescato il Benfica, squadra capace di annullare Psg e Juventus, fra le altre. Lo ha fatto incassando la totale disponibilità dei suoi ragazzi, i quali hanno mostrato una rabbia, un vigore, una ferocia agonistica inedite per la Serie A ma già viste in Champions League.
Tanto basta per far sognare il popolo nerazzurro, che fra una settimana riempirà San Siro rendendolo una bolgia, come nelle altre serate di gala. Stavolta si partirà con due gol di vantaggio, situazione nuova in questa stagione e per questo particolarmente probante: sarà un’altra prova di maturità, per l’Inter. Quando vinci 2-0 in trasferta all’andata, ma soprattutto lo fai dominando l’avversario e dimostrandoti superiore, il rischio di sottovalutarlo e di andare incontro a un suicidio sportivo al ritorno è enorme. I nerazzurri che finora abbiamo ammirato in Europa, però, forse sono già abbastanza maturi per scongiurare questa possibilità e affrontare anche il quarto di finale di ritorno con il giusto atteggiamento.
A Milano, fra sette giorni, l’Inter non può disperdere ingenuamente la grande occasione di approdare nuovamente ad una semifinale di Champions League, a 13 anni di distanza dall’ultima volta. Era il 2010, la squadra di Mourinho eliminò il CSKA Mosca affrontando poi il Barcellona dei marziani. Questa volta, eliminare il Benfica significherebbe un derby italiano in semifinale, contro Milan o Napoli. Parliamo di avversari contro cui, in ogni caso, l’Inter non partirebbe battuta in partenza. A maggior ragione questa Inter, che in Champions League ha dimostrato di poter stupire tutti, giocando partite grandiose dopo aver fatto disperare i propri tifosi in campionato. E allora, è normale che i sogni nerazzurri siano a tinte europee, e vengano accompagnati da una musichetta dolcissima.
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