L’editoriale di Ivan Zazzaroni sul Corriere dello Sport dopo la qualificazione dell’Inter alla semifinale Champions.
“C’è un’Inter al momento fuori dalle prime quattro in campionato e un’Inter meritatamente in semifinale nella coppa dalle grandi orecchie che dopo sei anni riascoltano la lingua del calcio italiano. In altre parole, c’è un’Inter capace di rovesciare i punti di vista e i giudizi nel giro di due o tre giorni, una squadra che – volente o nolente – alterna i più
vari registri emotivi”.
“Dedico questo spazio a Simone Inzaghi, il bersaglio unico: e adesso cacciatelo! Lui sa lavorare e l’ha dimostrato in questi anni, vincendo qualche coppa; Inzaghi che per i giustizieri di ‘sta cippa, velenosi e velinati, è l’anello debole del gruppo perché parla troppo semplice, ogni tanto eccede nella difesa di se stesso, ha una storia breve e non chiede aiuto mai: è abituato a fare da solo, ad arrangiarsi, anche a subire. (…) E le spiegazioni, poi…: è troppo tenero, sempre la stessa partita e gli stessi cambi, non possiede un piano b, il gruppo si è rotto, le frizioni tra i giocatori sono evidenti, alcuni pensano soltanto a sé stessi, lui non sa tenerli, la società è alla canna del gas e via discorrendo. (…) Simone adesso è in semifinale. “Spiaze” per chi voleva farlo fuori. Il campo ha voluto riconsegnarci
dopo vent’anni il derby di Milano al penultimo atto”.