E’ stato presentato ieri, presso il Teatro “Mario Scarpetta” di Sala Consilina “Grand Hotel Calciomercato”, il secondo libro del giornalista di Sky Sport, Gianluca Di Marzio, che a margine ha parlato in esclusiva ai microfoni di Iotifointer.it.
Com’è nata l’idea di scrivere il libro?
“I ragazzi guardano la partita con il telefono in mano per postare contenuti sui social. Leggono le notizie, ma dopo poco tempo le eliminano e non ricordano più nulla. Volevo lasciare qualcosa a chi ama la lettura. Spero di aver dato un contributo. Bisognerebbe trovare un momento per leggere un libro, perché farsi una cultura è la cosa più importante per un giovane”.
Nel volume si parla anche del trasferimento di Dzeko all’Inter. Ci può raccontare come si è arrivati all’esito positivo della trattativa?
“L’Inter aveva venduto Lukaku e voleva prendere Dzeko, che sentiva l’esigenza di nuova sfida. La Roma invece voleva costruire una squadra formata da giocatori giovani con ingaggi sostenibili. Di conseguenza ha deciso di vendere il bosniaco e ci sono stati benefici per le due squadre. Edin sta ottenendo grandi soddisfazioni con i nerazzurri, mentre i giallorossi hanno iniziato un nuovo corso con Abraham e Dybala”.
A proposito di attaccanti, Lukaku rientrerà al Chelsea a fine stagione? Qual è la strategia dell’Inter su questo fronte?
“Tutti vogliamo sapere quale sarà il suo futuro, ma è ancora presto per parlarne. Lukaku vuole rimanere e cercherà di convincere la società con prestazioni e gol. Per lui non è stata una stagione esaltante, ma ha ancora tempo per guadagnarsi la conferma”.
Come ti spieghi il doppio rendimento dell’Inter tra campionato e coppe?
“Non è facile riuscire ad essere semifinalista in Champions e lottare per i primi posti in campionato. Lo dimostrano squadre come il Paris Saint Germain e il Bayern Monaco, che hanno speso molto di più rispetto ai nerazzurri. Credo che l’interista debba essere orgoglioso della squadra che ha centrato un risultato imprevedibile. Il derby è apertissimo a qualsiasi pronostico e c’è ancora la possibilità di arrivare tra le prime quattro in Serie A. Il cammino straordinario del Napoli rende tutte le altre squadre in difetto, perché è stato eccezionale. Tutte le altre hanno fatto più o meno lo stesso percorso. Si devono rimproverare poco e fare i complimenti agli azzurri”.
A Lisbona la Curva Nord dell’Inter lo ha riconosciuto e salutato. Cosa ha provato in quel momento?
“Noi cerchiamo di raccontare la passione dei tifosi, che fanno sacrifici per seguire la squadra anche all’estero. Mi fa molto piacere essere apprezzato per il lavoro che faccio, anche se a volte mi identificano come un giornalista cattivo”.
Lei ha una collezione di maglie autografate dai calciatori. Qual è la sua preferita?
“La maglia di Maradona non è autografata, ma ce l’ho nel cuore. Ho il rimpianto di non avergliela portata per farmela firmare. Averla nel mio armadio è un regalo preziosissimo”.
Suo padre è stato un commentatore sportivo. Quando ha deciso di fare il giornalista quali consigli le ha dato?
“Oggi ci sono serie televisive che ti raccontano lo spogliatoio come quella del Barcellona. Io ho avuto la fortuna di viverlo perché seguivo mio padre nei ritiri. Quindi ho avuto anche rapporti con i calciatori. Mi ha consigliato di pensare a quelle esperienze, ma di essere me stesso. Ho cercato di sfruttare quel vantaggio per raccontare il calcio senza filtri”.
Lascia un commento