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Domenghini: “Il derby è sempre il derby, io so cosa significa”. La verità sulla ciabattata

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Angelo Domenghini ha parlato alla Gazzetta dello Sport. “Con l’Inter una coppa Campioni e due Intercontinentali. Il momento più bello? Tutti. Come fai a scegliere? Eravamo una grandissima squadra, ma i giornalisti parlavano sempre di Mazzola, Suarez, Corso. E poi Corso, Suarez, Mazzola. Giusto, erano bravi, erano le stelle. Ma anch’ io facevo qualcosa. Io non voglio dire che sono stato sottovalutato, ma forse, dico forse, meritavo un po’ più di attenzione. Anche in Nazionale. Si parlava solo di Riva, Rivera, Mazzola, Boninsegna. Ogni tanto anche di Domenghini. Anche a Cagliari: lo scudetto vinto è stato, per molti analisti e osservatori, solo lo scudetto di Riva. Certo, Gigi meraviglioso, grandissimo, formidabile. Ma c’ero anch’io, per la miseria. Per fortuna Gigi e gli altri non se la tiravano e sapevano cosa facevo”.

Le parole di Domenghini

“Derby Champions con Leao e Lukaku. Chi volerà in finale? Eh, qui ci vuole la sfera. Il derby è sempre il derby. Io ne ho fatto qualcuno e so cosa significa. Una cosa che ti prende lo stomaco, un’emozione veramente forte. Una volta segno al Milan e uno della tv mi chiede: “Domenghini, ci parli della sua ciabattata”. L’avrei mangiato. La storia della “ciabattata”, inventata da Gianni Brera dopo un gol, mi ha perseguitato. Potevo segnare di testa, al volo, in rovesciata, di tacco. Ma era sempre ciabattata, era diventato un luogo comune”.

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Published by
Andrea Gussoni