Il titolo del noto film del compianto Massimo Troisi (1983) è riportato su tantissimi striscioni inneggianti allo scudetto del Napoli, il terzo della sua storia, conquistato dopo i primi due (1987 e 1990), all’epoca di Maradona…
Oltre a questo titolo, assai gettonati sono stati “Tu si ‘na malattia” (dinnanzi ad un ospedale), “Che vi siete persi” (davanti ad un cimitero) così come per i volti di San Gennaro, Pino Daniele, Massimo Troisi, Totò, Eduardo in versione tifosi biancazzurri.
Ma, siccome Napoli è una città “palcoscenico”, anche l’assegnazione matematica dello scudetto è stata una farsa, un colpo teatrale: uno stadio gremito, una città in attesa ma la vittoria sulla Salernitana non è arrivata…
Delusione generale ma sopportata con “filosofia napoletana”: abbiamo atteso 33 anni, cosa volete che siano un paio di giorni in più?
Quest’anno la compagine di Mister Luciano Spalletti ha giocato bene, ha vinto stra-meritatamente, nonostante la
partenza di ben quattro pilastri come Lorenzo Insigne, Dries Mertens, Kalidou Kolibaly, Fabian Ruiz.
Nessuno, neanche il tifoso biancoazzurro più ottimista, pensava che Raspadori, Ndobele, Simeone, Kim, Osimhen,
Anguissa, Olivera, Kvaratskhelia potessero rendere così tanto, e per giunta subito!
Eppure qualche filosofo da strapazzo, giornalista da “marchetta”, si è permesso di affermare che lui se lo aspettava questo scudetto… Balle, come quelle di Maurizio Mosca e del suo pendolino.
Martedì 25 aprile ho ideato, scritto e condotto la Manifestazione “Una Giornata di Pace e Memoria”, testimonianze sulla Liberazione alternate a canzoni come “La libertà”, “Io vagabondo”, “C’era un ragazzo che amava i Beatles e i Rolling Stones”, “Imagine”,”Sulla porta”, “El pueblo unido jamas sera vencido” e “Bella Ciao”: ebbene, al ritorno a casa ho avuto la s-gradevole sorpresa di vedere che dall’ultimo piano del palazzo dove abito scendevano enormi strisce di stoffa bianca ed azzurra che letteralmente coprivano il mio balcone.
“Dottò, ma vi siete arrabbiato per questa scenografia?” è la domanda postami da un gruppo di vicini; “No, figuratevi: vi capisco, sono 33 anni che aspettate questo scudetto…” è stata la mia risposta detta ad alta voce.
Sono una persona notoriamente conosciuta come interista: non l’ho mai nascosto né in famiglia, né al bar, né a lavoro, né al partito, né al sindacato, né in chiesa, né in televisione.
Nel lontano 2000 vinsi il Concorso Nazionale “Tifoso dell’Anno” indetto fra i lettori del Mensile “Inter Football Club”.
Al che una persona piuttosto anziana, leader del gruppetto, si avvicina e mi offre un babà al rum: “Emilio, anche a voi un babà, visto che ne abbiamo regalati a tutta la Serie A…”.
Lo gusto ed inizio una disquisizione su babà, sfogliatelle ricce, sfogliatelle frolle, pastiera.
Ah, se l’Inter farà… l’Inter questo gruppetto di vicini scomparirà alla mia vista e noi amplieremo il nostro palmares che è composto da 19 Scudetti, 8 Coppa Italia, 7 Supercoppa Italiana, 3 Champions League, 3 Coppa UEFA, 2 Coppa Intercontinentale, 1 Mondiale per Club! E scusate se è poco! Chapeau, Inter!