L’Inter disputa un’ottima prima semifinale europea e mette un piede a Istanbul. Questo il verdetto del derby di Coppa che ha visto il netto predominio dei nerazzurri. Un successo indiscutibile che, con un pizzico di fortuna, avrebbe anche potuto essere più rotondo, ma va bene così. Ora non c’è nemmeno il tempo di fermarsi ed assaporare la vittoria, abbiamo davanti un mese intenso e senza tregua. Un susseguirsi di emozioni, di passioni e di speranze molto simili a quelle che in tanti abbiamo vissuto 13 anni or sono.
Una stagione di così alto livello, a prescindere da come finirà, merita di essere celebrata degnamente, riconoscendo i meriti a coloro che veramente li hanno. In primo luogo alla dirigenza, sempre bistrattata e costantemente costretta a fare i conti con le proprie finanze. I vari Antonello, Marotta, Ausilio, Baccin, sono riusciti a fare di necessità virtù, dimostrando delle capacità che, per onestà intellettuale, tutti dovrebbero apprezzare.
Nella squadra che ieri sera ha disegnato calcio sul prato del “Meazza”, alcuni degli interpreti principali sono arrivati all’Inter a parametro zero o, al massimo, a prezzi poco più che simbolici. Dzeko, Mkhitaryan, Acerbi, Onana, Calhanoglu, sono il biglietto da visita di un management al quale vanno riconosciute delle qualità fuori dall’ordinario. Invece di stare sempre a cercare il pelo nell’uovo ed incensare quelli degli altri, promossi dai media compiacenti, diamo merito ai nostri che stanno facendo un lavoro straordinario. Oppure vogliamo parlare della tanto osannata coppia Maldini-Massara? I nuovi Re Mida del calciomercato. Hanno fallito miseramente l’ultima campagna acquisti, pagando a peso d’oro giocatori di scarso valore ed in alcuni casi inutili alle esigenze della squadra. Bastava guardare quelli entrati ieri sera e quelli seduti in panchina. Ma vuoi mettere quanto sono bravi, dei fenomeni! I nostri delle mezze calzette, secondo molti, che però non sbagliano un colpo.
Non dimentichiamo inoltre che questo mese fantastico lo dobbiamo alla bravura, all’umiltà e all’intelligenza di un allenatore come Simone Inzaghi, ed al suo staff. Una volta tanto freghiamocene delle frasi fatte e dei giudizi prevenuti nei confronti del tecnico piacentino. Riconosciamo i meriti di un allenatore che, nel momento topico della stagione, sta dimostrando di avere qualcosa in più rispetto agli altri. Per la terza volta consecutiva ha dato una lezione di calcio al tanto osannato Pioli. Lo ha talmente massacrato sul piano del gioco che, quando è rinvenuto dallo spavento, la gara era già quasi finita.
Mister Inzaghi probabilmente è troppo educato per rispondere, come si dovrebbe, a certa stampa. Sopporta eroicamente, manda giù bocconi amari e cattiverie, che non mancano nemmeno dopo vittorie immense come quella di ieri sera. Pensate come l’avrebbero massacrato se avesse accampato le scuse ridicole, elencate nel dopo gara dal tecnico avversario. L’arbitro (sempre un grande must), Leao, l’infortunio di Bennacer, il palo esterno di Tonali. La più bella resta però quella sul gol di Dzeko al primo corner calciato, come se fosse vietato segnare sul primo calcio d’angolo. Noi manchiamo ormai da mesi di Skriniar e ieri sera D’Ambrosio e Goesens erano in panchina quasi per onor di firma.
Abbiamo passato la settimana a piangere? Non mi pare. Senza dimenticare che il Milan è arrivato in semifinale superando il Napoli, all’andata privo di Osimhen. In quel caso però bisognanva sottolineare la bravura di Pioli e il DNA europeo del Milan (una delle più grandi scemenze della storia del calcio). “Un giocatore non fa una squadra!” Si sono subito affrettati a pontificare i soliti esperti, gli stessi che però ieri sera la pensavano in maniera opposta riferendosi a Leao.
Che ci volete fare, il calcio in Italia funziona così, ma noi andiamo avanti per la nostra strada. Abbiamo ancora tante cose da dire e da fare, soprattutto vivere tutti insieme un mese di grandi emozioni. Orgogliosamente e sempre dalla stessa parte, IoTifoInter… e credo sia sempre la miglior cosa da fare!