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L’ANALISI – Vi ricordate venti giorni fa? Da Lukaku…a Lukaku, è un mondo ribaltato

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Riavvolgiamo il nastro e riportiamolo a venti giorni fa, quando l’Inter si apprestava a scendere in campo in quel di Empoli. La squadra di Simone Inzaghi era sì reduce dalla qualificazione ottenuta in Champions League contro il Benfica, ma in campionato veniva dal rovescio in casa contro il Monza.

Più in generale, l’andamento in Serie A era letteralmente sconfortante, con cinque giornate senza vittorie di cui quattro sconfitte (oltre ai brianzoli, anche Fiorentina, Juventus e Spezia) e un pareggio (quello beffardo a Salerno). La classifica? Da mani nei capelli. I nerazzurri stazionavano al sesto posto: -2 dal Milan quinto e soprattutto -5 dalla Roma quarta, primo piazzamento utile per la Champions League. La Lazio? Inutile fare la corsa su di loro, irraggiungibili a +10.

Da Lukaku…a Lukaku

Quella partita di Empoli ha tante cose in comune con la gara appena vinta dall’Inter contro il Sassuolo. Anche al Castellani, come contro i neroverdi, Simone Inzaghi fece amplissimo ricorso al turnover, probabilmente perché pure in quel caso i nerazzurri erano reduci da un impegno di Champions League: il ritorno con il Benfica allora, l’andata con il Milan adesso. Giocò Handanovic, proprio come ieri; la difesa identica, composta da D’Ambrosio, De Vrij e Acerbi; giocò Bellanova a destra; giocarono Gagliardini e Brozovic a centrocampo, affiancati in quel caso da Calhanoglu e non da Mkhitaryan; giocò Gosens a sinistra e probabilmente sarebbe accaduto lo stesso contro i ragazzi di Dionisi, se solo il tedesco non fosse stato reduce da un infortunio; giocarono Lukaku e Correa davanti.

Non solo la formazione, però. L’Inter non approcciò benissimo la gara e non l’ha fatto neppure col Sassuolo, imbottita di seconde linee. Cosa è rimasto uguale? Il fattore Romelu Lukaku, quello che ti fa vincere anche le partite scorbutiche, quando la testa sembra andare altrove (l’atto secondo dell’euroderby ha inciso, eccome) ma i tre punti, quelli, servono eccome. Se l’Inter venti giorni fa sembrava precipitata in una spirale negativa infinita in campionato, Lukaku l’ha tirata fuori con due giocate straordinarie giocate individuali, invertendo la rotta in campionato: quella di Empoli è stata la prima di cinque vittorie consecutive in Serie A, culminate in qualcosa di molto simile a un match-point contro il Sassuolo, prontamente sfruttato.

Oggi come ieri, Lukaku ha fatto doppietta avvicinando sensibilmente l’Inter alla prossima Champions League e aiutandola a scacciare ogni fantasma, ogni brutto pensiero, ogni incubo. Al minuto 48 di Empoli-Inter, col risultato ancora bloccato sullo 0-0, la squadra di Inzaghi sembrava lontanissima dalla qualificazione. Romelu l’ha rimessa in carreggiata, così come contro il Sassuolo ha sbloccato la gara e poi l’ha chiusa, nel momento di massima apprensione: la rete del 3-3 era nell’aria, gli emiliani stavano producendo lo sforzo finale e forse decisivo, il timore dello psicodramma a San Siro sempre più consistente e fondato. Nulla da fare, Big Rom ha dimostrato quanto possa essere ancora importante in questa Serie A e, al tempo stesso, quanto sia mancato all’Inter durante i lunghi mesi dell’infortunio.

E allora riportiamo il nastro ad oggi. La Lazio che sembrava irraggiungibile è adesso a -1 (parliamo di 11 punti “mangiati” nel giro di cinque giornate) la Roma è a -8 con una gara da giocare domani a Bologna, l’Atalanta a -8 a parità di gare disputate, il Milan a -5. All’Inter servono quattro punti in tre partite per avere la certezza matematica di disputare la prossima Champions League. Difficile solo da pensarlo, uno scenario del genere, venti giorni fa. Simone Inzaghi ha ripreso in mano la situazione, i suoi ragazzi si sono costruiti passo dopo passo una nuova opportunità, guidati e trascinati da Lukaku, comprimario e dodicesimo uomo nelle coppe ma titolarissimo in campionato. Sarebbe riduttivo ridurre tutto al numero 90, ma molto della rinascita dell’Inter passa dalla sua forma ritrovata. E comunque vada, se i nerazzurri l’anno prossimo dovessero riascoltare la musichetta che tanto sta facendo sognare quest’anno, un ringraziamento gli sarebbe dovuto.

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Published by
Simone De Stefanis