Lele Adani, ex difensore e oggi opinionista, ha parlato a La Gazzetta dello Sport della finale di Champions League che avrà luogo il prossimo 10 giugno a Istanbul fra il Manchester City di Pep Guardiola e l’Inter di Simone Inzaghi, quest’ultima giunta all’appuntamento dopo 13 anni di attesa. Ma i nerazzurri hanno qualche possibilità contro una squadra che ieri sera ha umiliato il Real Madrid battendolo 4-0?
“Il Manchester City è la squadra che gioca meglio al mondo. La squadra di Inzaghi arriva pronta all’appuntamento ed è migliorata proprio nel momento più importante della stagione, grazie anche alla sofferenza dei mesi precedenti. E poi contro le big d’Europa ha già dimostrato di saper giocare grandi partite. Quando l’Inter gioca al suo massimo, come applicazione, forma e attenzione, può far male a tutti“.
Fermare il City e Haaland
Ma come si può battere la squadra di Guardiola? “L’Inter non potrà snaturarsi più di tanto. Chiaro che il possesso sarà comprensibilmente più appannaggio della squadra di Guardiola, che ti lascia pochissimo, ma nel 2023 non si può pensare di subire l’avversario e basta. Occorre riuscire, nelle occasioni in cui hai tu la palla, a giocarla con qualità. E in questo l’Inter è brava: come capacità di uscite da dietro, pulizia nelle trame, scambi di posizioni e smarcamenti, arrivo a dire che ha qualcosa di “guardoliano”. Nella squadra di Inzaghi ci sono undici “costruttori” e “ricevitori”, partecipano tutti al gioco, esattamente come nel City. Ma mi spingo più in là: sarà necessario avere qualcosa da 16 giocatori, perché il gioco di Guardiola ti sfianca e i cambi saranno necessari per tenere”.
E come fermare Erling Haaland, attaccante più forte al mondo? “Non con un uomo da solo. Acerbi è molto bravo nelle letture difensive e ha la totale fiducia di Inzaghi, che gli fa fare quello che vuole pure in impostazione. Come singolo, lui dovrà essere bravo a “non farsi sentire” da Haaland. Perché se il norvegese ti percepisce, sa poi come fregarti con la contromossa. Serve una marcatura varia, non lineare. Con Giroud puoi fare corpo a corpo per 90 minuti, con Haaland no: a volte devi lasciargli il controllo senza cercare l’anticipo, specie quando hai campo alle tue spalle, perché nel trattamento palla, pur essendo migliorato decisamente con Pep, è lineare. Bisognerà poi che il mediano davanti alla difesa, che sia Calhanoglu o Brozovovic, aiuti nello sporcare le imbucate di De Bruyne e compagni, magari indirizzando il passaggio in un certo modo”.
(FONTE: LA GAZZETTA DELLO SPORT)
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