Il Manchester City non sta simpatico a tutti, anzi, quasi a nessuno. I motivi sono… i soldi infiniti spesi nel mercato da Abu Dhabi Mansour bin Zayed (un miliardo in sei anni), Guardiola moralizzatore ma super stipendiato (22 mln a stagione), una concezione di calcio bello sì ma per ricchi e dei ricchi. E così in Inghilterra, non solo sponda United, è partito l’hashtag InterSaveFootball, che ora sta spopolando anche anche in Germania e Francia. Il concetto è: se il Manchester City dovesse vincere la Champions League, a perdere sarebbe il calcio nel suo complesso. E per questo è bene che vinca l’Inter. Una tesi semplicistica, tagliata con l’accetta, ma che in giro per l’Europa ha numerosi sostenitori.
Scrive La Repubblica: “Il tema è: come fa il City a fare tutti quei soldi? La procura della Premier League – campionato che il City ha vinto cinque volte negli ultimi sei anni – lo scorso febbraio ha contestato ai Citizens un centinaio di violazioni regolamento, dal 2009 in poi: sponsorizzazioni dubbie e il rifiuto di comunicare all’autorità il dettaglio dei contratti dei giocatori. L’indagine sportiva nasce da un’inchiesta giornalistica di Der Spiegel, che già aveva portato la Uefa a escludere il club dalle coppe europee per due anni. Nel 2020 però la pena è stata tramutata in un’ammenda. La Corte di arbitrato dello sport (Cas) ha infatti assunto che alcune violazioni non erano dimostrabili, e altre erano troppo risalenti nel tempo.
Il sito web inglese Off the Pitch ha dedicato ai guai societari del City un’inchiesta lunga e documentata, arrivando a concludere che il club di Mansour bin Zayed avrebbe portato le astuzie e i raggiri “su un altro livello” e ne avrebbe “fatto un sistema”. Non quindi singole violazioni per tirarsi fuori da situazioni difficili, ma un sistema fraudolento per dominare a lungo la Premier League e il calcio mondiale. Ovviamente è tutto da dimostrare. Però aiuta a capire il sentimento diffuso nei confronti della squadra di Guardiola, De Bruyne e Haaland. Un’avversione che va molto oltre il normale sentimento di rivalsa nei confronti di chi vince con continuità”.
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