La Gazzetta dello Sport ha fatto il punto della sitazione sulle scelte di Inzaghi a sei giorni alla finale di Champions. “Con il Torino si è rivisto tra i convocati Milan Skriniar (90′ in panchina). Non hanno fatto parte della spedizione in Piemonte Henrikh Mkhitaryan, Joaquin Correa e Federico Dimarco (era in tribuna). Dell’armeno si parlerà più avanti. L’occhio di bue è chiaramente puntato sull’esterno ex Parma, perché si tratta per vari motivi di una pedina fondamentale nel gioco dell’Inter tra cross, calci piazzati, tiri dalla distanza e collaudati automatismi sulla catena di sinistra. Alla vigilia dell’ultima trasferta di campionato non c’era grande preoccupazione per le condizioni del 25enne milanese perché è stato tenuto fuori dalla partita in via precauzionale dopo un leggerissimo affaticamento, ma Inzaghi ha risparmiato per sicurezza l’ultimo quarto d’ora di gioco a Robin Gosens”.
Inzaghi, la formazione per il City
“Il principale ballottaggio nella formazione per la finale sarà, ovviamente, quello per la casella al fianco di Lautaro Martinez. Edin Dzeko o Romelu Lukaku? Chi conosce bene Inzaghi assicura che in situazioni simili lui tende ad affidarsi a chi “lo ha portato” fino in fondo, quindi il bosniaco. E l’alternanza ragionata degli ultimi due mesi conferma questa tesi, con il belga che si è abituato a incidere dalla panchina nei match cruciali a metà settimana. Un ruolo in cui peraltro si è dimostrato molto efficace, forte di una fisicità in grado di rompere gli equilibri con potenza muscolare e virtuosa testardaggine. Di certo il Manchester City non potrà permettersi di lasciare un giocatore in uno-contro-uno con lui, devastante in progressione in campo aperto. Inzaghi deve quindi decidere quando utilizzare questa carta, considerando anche l’infallibilità di Lukaku su rigore. Insomma, un gran bel dilemma“.
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