Tutto Zhang: “La finale Champions? L’avevo sognata, ora ci siamo e ci crediamo. Finchè ci sarò io, Inter competitiva. Il nuovo stadio una priorità”

La Gazzetta dello Sport alla vigilia della finale di Champions League tra Manchester City e Inter ha pubblicato una lunga intervista a Steven Zhang. Si parla ovviamente del grande evento di Istanbul, ma anche del punto della situazione della sua presidenza nerazzurra giunta al settimo anno.

La Champions e il City

Se mi aspettavo di arrivare in finale? Ad essere onesto lo avevo solo sognato, guardando le differenze dalle altre leghe pensavo che sarebbe stato difficile. Esiste comunque un enorme gap tra Premier League e Serie A. Tuttavia nel calcio alle poche risorse si può sopperire con idee, competenza e passione. Noi ci auguriamo che domani sia una di quelle volte. Rispetto profondamente il City, una squadra magnifica. Ma noi abbiamo la qualità per affrontarli. In questi anni, più è stata alta l’asticella del nostro avversario e meglio ci siamo comportati. L’Inter rende con le squadre forti, è contro quelle meno competitive che ogni tanto abbiamo perso punti. Ho pensato tantissime volte nella mia testa come sarebbe stato vincere una Champions. Ma anche solo sognare di vincerla sembrava impossibile… Ora che siamo in finale però tutti noi nel club abbiamo una incredibile voglia di provarci. E siamo uniti. Come ha detto Inzaghi: non abbiamo paura, c’è solo grande eccitazione nell’attesa di giocare questa partita. Noi ci crediamo”.

La passione per l’Inter

L’Inter mi assorbe totalmente, vivo con enorme intensità il club, ma non entro mai negli aspetti tecnici e tattivi riguardanti la squadra. Da presidente odio chi vuole insegnarmi come devo gestire il mio club e quindi non faccio lo stesso errore con i ruoli altrui. Amo molto Milano. Ho imparato a conoscere cultura, tradizioni e mentalità italiane. Non parlo ancora correttamente l’italiano, ma lo capisco. All’Inter insieme ai miei dirigenti cerchiamo il famoso equilibrio tra razionalità e passione”.

Gli allenatori della presidenza Zhang

“Mi hanno tutti insegnato qualcosa. Pioli è stato il primo allenatore con cui ho lavorato in vita mia e mi ha dato le basi. A Spalletti sono molto legato perché ha tracciato un solco fatto di gioco, lavoro e risultati, riportando l’Inter in Champions League. Con lui abbiamo avuto una delle migliori difese e ho capito l’importanza di avere un reparto arretrato. Moratti mi disse che aveva iniziato a vincere quando ha iniziato a comprare grandi difensori come Samuel. Da Moratti ho appreso una lezione importante. Poi c’è Conte, l’allenatore che desideravo di avere un giorno all’Inter. E’ un tecnico duro e di forte personalità. Credo di non averlo mai visto felice, non si è concesso mai un momento di relax o soddisfazione, ma è così che ha riportato lo Scudetto all’Inter dopo 10 anni interrompendo il ciclo della Juve.
Infine Inzaghi ha grandissime capacità di gestione e infonde un’incredibile tranquillità. Durante le partite sono più teso io di lui. E’ stato un dono per me ed è l’uomo della finale di Champions. Guardiola? E’ un allenatore bravissimo, sarebbe un piacere lavorare con lui ma preferisco tecnici con esperienza della Serie A”.

Zhang Jindong

“Se papà segue sempre l’Inter? E’ legatissimo all’Inter, segue tutti i campionati anche quelli stranieri e le coppe. Sta crecando di farci una sorpresa e venire domani, ma non è semplice incastrare i suoi impegni di lavoro”.

Situazione societaria: il prestito di Oaktree

È un fondo importante gestito da persone molto professionali. Abbiamo intenzione di rinegoziare il prestito. Troveremo una soluzione insieme per il rifinanziamento. Finchè ci sarò io, ci sarà un’Inter stabile e competitiva”.

Nuovo stadio

C’è difficoltà ad accettare cose nuove e a cambiare passo. Inter e Milan sono due club in competizione ma con il medesimo obiettivo di crescita. Uno stadio in comune lo garantirebbe più di due impianti. L’idea dell’Inter è sempre stata questa. Il Milan invece ha cambiato 4 proprietà e altrettante idee. La nostra priorità è un nuovo stadio, con o senza il Milan”.

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