Le lacrime di Lautaro, la carica di Onana, gli abbracci di Simone Inzaghi ai suoi ragazzi. L’Inter torna da Istanbul sconfitta ma non battuta. “Inzaghi – scrive sportmediaset.it – ha dato il meglio di sé nella preparazione del piano gara. L’Inter ha cercato, per buoni tratti della partita, di disturbare la costruzione del City da posizioni anche piuttosto alte del campo. Sui tre centrali difensivi di Guardiola uscivano le due punte più Barella, con Calhanoglu e Brozovic pronti ad alzarsi per braccare Stones e Rodri, chiamati a dare uno sfogo verticale nella prima impostazione. Darmian si alternava con Dumfries nella marcatura di Grealish e nell’uscita su De Bruyne, che spesso si allargava sulla sinistra, anche in zone basse del campo, per trovare uno spazio libero. Bastoni teneva d’occhio Gundogan, aiutando Di Marco impegnato su Berbardo Silva. Ecco, gli aiuti reciproci, soprattutto sull’esterno (occasione del gol di Rodri a parte…), hanno impedito al City di trovare le solite imbucate con i tagli tra centrali e laterali avversari. Tutto grazie alle letture e al sacrificio di giocatori come Brozovic, perfetto nelle scalate in orizzontale”.
“L’Inter ha saputo anche mantenersi corta e compatta, anche se difficilmente è riuscita a ripartire sfruttando giocate che le sono proprie, come quelle innescate da Onana per pescare direttamente le punte o l’esterno rimasto libero nel gioco delle scalate del City. Anche i cambi di campo sono stati meno frequenti di altre occasioni.
Il Manchester non è riuscito ad avere il solito strapotere nella gestione della partita (56% di possesso palla) e ha rischiato grosso per alcune ingenuità commesse nelle vicinanze dell’area di rigore. L’Inter, insomma, si lecca le ferite, come accade in questi casi. E, anche se non esistono sconfitte indolori, perdere così non può che renderti ottimista per il futuro”.
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