Dopo la strepitosa prestazione individuale in finale di Champions League, che purtroppo non è valsa la vittoria dell’Inter contro il Manchester City, Francesco Acerbi parla in conferenza stampa da Coverciano, dove ha raggiunto gli Azzurri per preparare la semifinale di Nations League contro la Spagna. Il pensiero, ovviamente, va ancora a Istanbul.
“Bisogna essere orgogliosi di ciò che abbiamo fatto, ma c’è un po’ di amarezza. Nelle finali bravi, bravi…ma se non alzi il trofeo, nulla rimane scritto e questo un po’ ti rode. La mia sensazione dal campo è che ci sia mancata la consapevolezza di poter fare davvero male a questo Manchester City, si parlava troppo di quanto fosse forte e questo, anche inconsciamente, un po’ l’abbiamo pagato. Anche loro avevano timore di noi, abbiamo fatto di tutto per portare la Champions a Milano. Peccato, c’è grande rammarico. Come si riparte? Dalla consapevolezza che te la puoi giocare con tutti e addirittura vincere, se c’è un gruppo forte e coeso capace di rialzarsi anche dopo le batoste. Questa è l’unica strada che ti permette di andare avanti: quando perdi non è fallimento, ma insegnamento”.
Il duello con Haaland
Buona parte dell’avvicinamento alla finale di Champions è stata scandita dal duello fra Acerbi e Haaland, vinto nettamente dall’interista in campo: “Ora è il doppio del giocatore che ho affrontato tre anni fa col Borussia Dortmund. Un grandissimo attaccante, ma è stato fatto un ottimo lavoro di squadra. Dentro di me ho pensato solo a dar tutto e magari potrà esserci un’altra occasione”.
Tra passato e futuro
Arrivato l’ultimo giorno di mercato dalla Lazio, fra le perplessità dei tifosi nerazzurro che lo tacciavano di essere milanista, il difensore risponde così: “Io sono abbastanza forte, non mi interessa. Per un sorrisino mi hanno dipinto come milanista: lì mi ha fatto un po’ male perché, come professionista e come uomo sul campo, nessuno doveva mettere in discussione il mio impegno, per qualsiasi squadra in cui ho giocato. Però mi sono detto di andare avanti: è la mia passione e la mia vita. Sono orgoglioso di me stesso”.
Adesso l’Inter discuterà con la Lazio ai fini della permanenza di Acerbi: il diritto di riscatto è fissato a 4 milioni, ma i nerazzurri vorrebbero risparmiare qualcosa. “Sul futuro dico che non so tra un anno dove sarò, tra sei giorni dove sarò, tra due settimane non lo so. Due ore prima della fine del mercato dissi no a Inzaghi, poi sono andato. La strada più giusta sarà quella migliore per me, poi a fine carriera tirerò una linea”.
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