Alberto Brandi su sportmediaset.it scrive del “caso Lukaku”.
“Estate 2019: “Ho scelto l’Inter per il progetto del club, sono felicissimo di essere qui”.
Estate 2021: “Sono contento di tornare al Chelsea tifo per loro da quando ero ragazzino, questo club si adatta perfettamente alle mie ambizioni”.
Estate 2022: “Sembrava impossibile tornare all’Inter, ora sono a casa”.
Lukaku è come il caldo, le vacanze, le code alla barriera, i ghiaccioli.
E i condizionatori: d’estate si accende. E consuma la bolletta di chi ce l’ha e di chi lo compra e fa fatica a mantenerlo.
Ho visto Lukaku che torna al Chelsea, che lo vende in Arabia, ma vuole l’Inter, però c’è l’agente che preferisce la Juve. Altro che i baci della hit di Annalisa. Lukaku batte tutti. E’ lui il tormentone. Funziona sì, fino a quando un giorno ci si stufa. E a stancarsi stavolta è l’Inter, reduce da settimane di tira e molla con il Chelsea, vicina all’accordo con i blues ma beffata dall’agente Sebastian Ledure.
Uno che ha chiamato le sue società di consulenza CRESTA (ehm, tutto bene avvocato?). Tipo strano che sparisce dalle scene e blocca pure le chiamate che vengono da Milano quando lo cercano per dirgli “guarda che ci siamo, prepara i contratti”.
Lui gioca su più tavoli, chiama il Milan, ammicca con la Juve, riceve proposte più favorevoli dai bianconeri e porta dalla sua parte il giocatore. Ed eccoci al punto: qual è il volere di Lukaku? No ai soldi arabi, ma sì a quelli di altre squadre italiane?
Forse è il momento di uscire allo scoperto, di essere chiari con tutti dopo avere detto e rimangiato parole negli ultimi anni.
Le bandiere nel calcio non esistono più come le mezze stagioni. A maggior ragione per chi alla fine ne considera solo una. L’estate.
Qual è la frase del 2023, Romelu?”.