André Onana lascia l’Inter dopo una sola ma intensa stagione. Il portiere camerunense, che nelle prossime ore si legherà ufficialmente al Manchester United, ha rilasciato una lunga intervista a Gazzetta dello Sport. Riportiamo una parte delle sue parole. “Andrò in un grande campionato e in un grande club, che ha una storia enorme proprio come quella dell’Inter: ricomincio da zero e darò tutto ogni giorno per mostrare ai nuovi tifosi chi sono. Ma una parte del mio cuore è triste: lasciare l’Inter significa lasciare una famiglia, non una normale squadra. Ho capito che essere dell’Inter è un modo di stare al mondo, di vivere la vita…“.
“Perche ho deciso di andarmene? Sarò sincero. Io sono una persona che vuole sempre nuove sfide. Giocare in Premier e per un club come lo United è irresistibile. Tutte le parti volevano che ciò accadesse… Ma ciò che conta è che se fossi rimasto sarei stato ugualmente felice perché all’Inter non ho mai avuto alcun problema. Anzi, a Milano è nata una magia che è quasi difficile da spiegare. Parlo davvero di magia, una scintilla con l’ambiente. So che potrò girare il mondo, ma sarà difficile trovare tifosi così e una curva come quella dell’Inter. San Siro e il popolo nerazzurro mi hanno regalato emozioni uniche che non dimenticherò per il resto della vita. In alcune partite eravamo una cosa sola: avevo la sensazione di non giocare in 11, ma in 80mila. Poter viverlo dall’interno è stato un privilegio che il calcio e la vita mi hanno dato”.
“A quali compagni sono rimasto più legato? Ho un ottimo rapporto con tutti, posso nominare veri amici come Calhanoglu, Cordaz, Romelu e Dumfries. Ma voglio citarne un altro, Samir Handanovic: il suo compito non è stato facile, e invece con me è sempre stato corretto. I suoi consigli e insegnamenti mi hanno reso migliore e li terrò con me, mi aiuteranno in questa nuova avventura a Manchester. Un ultimo messaggio al mondo Inter? “Grazie” è la parola che voglio usare: la dico a tutti i lavoratori della Pinetina e della società, ai dirigenti, al presidente, al mister, ai compagni. Ma soprattutto ai tifosi: ho sentito che mi volevano davvero bene. Ho giocato a Milano un anno, ma sarò interista per sempre: ora tiferò davanti alla tv. Auguro all’Inter di vincere subito lo scudetto che ci è mancato: so quanto tutti vogliano la seconda stella, spero sia arrivato il momento di metterla sul petto. Chissà, la vita è imprevedibile, magari un giorno tornerò anch’io… E, se mai succederà, sono sicuro che le persone mi abbracceranno come adesso perché hanno imparato a conoscermi. Io, intanto, non smetterò di cantare quel coro che mi piace così tanto: “Per tutti quei chilometri che ho fatto con te, Internazionale devi vincere…”.
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