L’Inter ha pareggiato contro l’Al Nassr a Osaka, in Giappone, nella sua prima “vera” amichevole prestagionale, dopo le due sgambate contro Lugano e Pergolettese. Si è trattato di una sfida certamente suggestiva, non solo per la presenza di Cristiano Ronaldo che da capitano ha sfidato i vecchi nemici interisti guidati da Lautaro Martinez, ma soprattutto per il primo strano incrocio con Marcelo Brozovic.
È stato quasi surreale vedere il croato sfidare nei contrasti quello che era il suo migliore amico, Nicolò Barella, a un mese e mezzo di distanza dalla finale di Champions League. Così come è stato curioso vedere Brozovic entrare in scivolata sul suo successore in maglia nerazzurra, Davide Frattesi. Già, proprio Frattesi ha rappresentato una delle note più liete della partita di Osaka: oltre a ottimi spunti, l’ex Sassuolo è anche andato in rete con una delle specialità della casa, l’inserimento in area di rigore con successivo colpo di testa vincente dopo l’ottimo cross di Dumfries.
Si è trattata di una delle poche giocate precise dell’esterno olandese che, complice una struttura muscolare importante, è risultato parecchio macchinoso. A cambiare la musica sulla fascia destra è stato invece Juan Cuadrado, nuovo acquisto che ha fatto parecchio rumore fra i tifosi interisti: il colombiano è stato quello che conoscevamo, con i consueti guizzi e alcuni cross pennellati, uno su tutti per Lautaro che però ha fallito di testa. Ah, particolare importante: nessun tuffo, nessuna simulazione, sempre in piedi e mai a terra. Occhio a Cuadrado: se sta bene, potrebbe diventare un rivale molto pericoloso per Dumfries in chiave titolarità a destra.
In difesa qualche balbettìo di troppo, specialmente nel primo tempo quando l’Al Nassr schierava la formazione titolare. Il gol degli arabi è stato caratterizzato da una disattenzione di Yann Bisseck, che comprensibilmente deve ancora ambientarsi nello scacchiere arretrato di Inzaghi. Il tedesco è da rivedere, e da giudicare, quando avrà qualche allenamento in più sulle gambe, che gli consentirà di affinare l’intesa tattica con i compagni di reparto e di carburare atleticamente.
Davanti, invece, Lautaro Martinez è sembrato tonico, pur sciupando diverse occasioni da rete. Correa, invece, ha la capacità di fare sempre la scelta sbagliata, segno di una confusione mentale che sovrasta tristemente una tecnica di base non indifferente. Marcus Thuram è apparso più brillante rispetto alle sgambate precedenti, riuscendo anche in qualche giocata e alcuni strappi. Con il quarto attaccante ancora mancante, serve che il francese si prepari al meglio per una stagione in cui la sua figura sarà determinante, in un senso o nell’altro. Il numero 9 dell’Inter non si assegna per caso, la fiducia in lui c’è tutta.
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