Da Anastasi e Altobelli a Cudrado e Lukaku, il mercato rinnova la rivalità tra Inter e Juve

Vedere Big Rom con la maglia della Juve? Nessun tifoso gobbo spasima per questa possibilità. Per dirla alla Mughini: abborro! Non c’è alcun motivo logico, se non quello della rivalità tra bande, per appicciarsi su Romelu. Egli è un omone dalle buone capacità tecniche ma jl suo gioco è centrato sulla straripante fisicità. Calcisticamente tutto qua. Umore, carattere ed ambizione del Big Rom sono focalizzati tutti sui dané. Ci sta. Il centrattacco belga usa le maglie dei club come chewing gum. Le mastica, ne estrae il succo, per poi sputacchiarle in cerca di più redditizia opportunità.

La rivalità rinnovata nel segno di Romelu

È sufficiente tutto quanto detto su Big Rom per spegnere la rivalità tra le tifoserie dell’Inter e della Juve? Ovviamente, no. Anzi, l’affare Lukaku appare come la più ghiotta occasione per rinfocolare mai sopiti rancori. Lo juventino vede il mondo in bianconero, l’interista in nero e azzurro. Universi mai conciliabili, un poco come le famose convergenze parallele della politica italiana degli anni settanta. L’unico motivo, dunque, che potrebbe far alzare l’asticella del gradimento di Lukaku al tifoso juventino, consiste soltanto nella gastrite indotta per interposta persona alla tifoseria interista. Abbastanza poco per gioire, di converso già troppo in un mondo – quello pallonaro italico – alle prese con una gravissima crisi di qualità tecnica, a cui combacia un crollo degli ascolti. Aggrapparsi alla Lukakufobia – e non importano le gradazioni di colore – è esercizio sterile. Non ce voglia il gigante belga: non è uomo da trascinare le folle, non è un cesellatore di raffinate traiettorie balistiche. È, semplicemente, un notevole paracarro in grado di seminare sconquasso nelle difese avversarie e fare a sportellate con chiunque gli si pari innanzi. Purtroppo, va notato, simile calciatore è la migliore panacea per chi rumina calcio in modalità Allegri/Inzaghi.

Lukaku come bud Spencer

Lukaku, in fondo, è una sorta di Bud Spencer del calcio post moderno (non ce voglia lo spirito di Pedersoli per l’accostamento azzardato). Comunque vada, che torni a vestire la maglia di Suning o quella della mia Vecchia Signora, tra juventini e interisti scorreranno fiumi di polemiche, insulti e contumelie. Una rissa al Cuadrado, visto anche il recente – contestato – trasferimento dello spremuto esterno colombiano alla corte nerazzurra. Sono passati i bei tempi in cui si litigava per Altobelli in bianconero o Anastasi in nerazzurro. Da Gobbo ho sofferto maledettamente a vedere correre e gioire Marco Tardelli in divisa interista. Ma era un calcio diverso. Più onesto, genuino e popolare. Adesso non ci resta che digrignare i denti per Lukaku. Abbastanza poco per parlare di passione.

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