Evaristo Beccalossi ha parlato alla Gazzetta dello Sport : “Non sapevo mai come avrei giocato: arrivavo a San Siro carico e non toccavo palla, ero reduce da una settimana di serate e facevo solo numeri. Ero così. Gli psicologi dicono che sono pericoloso quando ho tutto sotto controllo. Ma se tornassi indietro non cambierei nulla. Io voglio morire ingestibile. Fumavo un pacchetto al giorno, bevevo una decina di caffè, ma i compagni mi accettavano così com’ero. Rimpianti? Zero. Mi sarebbe piaciuto fare il Mondiale ‘82, ma mio padre mi aveva insegnato a trasformare una delusione in un’opportunità. E così seguii quel Mondiale come commentatore da Montecarlo: un mese bellissimo”.
Le parole di Beccalossi
“Il futuro? Non lo so. Il mio cuore batte per la Nazionale e per l’Inter. Con Marotta ho un ottimo rapporto. Ma dopo un mese che non vedo i ragazzi, mi mancano. Proseguire il mio percorso in azzurro o tornare nella casa nerazzurra: due splendide soluzioni. Nel mondo ci so stare, qualche regola la seguo anche io…”.
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