Ci siamo. Il campionato è alle porte e il parco attaccanti dell’Inter è ormai completato con l’arrivo di Arnautovic (salvo cessione last minute di Correa). Ma i nerazzurri ci hanno guadagnato o perso in numero di gol rispetto allo scorso anno? Passare da Dzeko-Lukaku a Thuram-Arnautovic potrà influire sul rendimento stagionale? C’erano scettici sugli arrivi di Darmian e Acerbi, perché curarci di giocatori non proprio di prima fascia? Facciamo parlare i numeri.
Lo scorso anno l’Inter ha avuto il secondo miglior attacco del campionato con 71 reti realizzate, ma di queste solo 43 provengono dagli attaccanti: Lautaro (21), Lukaku (10), Dzeko (9), Correa (3). Quante saranno realizzate dal nuovo quartetto? Proviamo ad ipotizzare sommando i gol del precedente campionato : Lautaro (21), Thuram (13), Arnautovic (10), Correa (3). Per un totale di 47.
Sulla carta, dunque, il nuovo attacco dovrebbe rendere di più. Ma ciò che è stato è certo, ciò che avverrà è un mistero: Lautaro potrebbe segnare meno gol, Correa potrebbe farne di più, Thuram potrebbe non ambientarsi a dovere e segnare la metà dei gol, così come Arnautovic. La scelta della società è stata chiara: in mancanza di un attaccante che abbia il giusto mix di fiuto del gol, giovane età ed esperienza, si è scelta l’esperienza e il numero di gol in dote. Per questo, nonostante le premesse e le promesse, Arnautovic è il giocatore giusto al posto giusto.
Non deve essere l’austriaco a spostare l’ago della bilancia, ma il duo Lautaro-Thuram. E sul francese ci sono, ad oggi, troppi dubbi visto il rendimento realizzativo scadente nel precampionato. Per questo la decisione di prendere un sostituto (il famoso terzo attaccante) che avesse nelle gambe quelle reti che potessero in qualche modo eguagliare quelle di Lukaku o Dzeko del 2022-2023. Un terzo attaccante da 10 gol è un lusso che non tutti possono avere, ma tra il dire e il fare…
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