Lo avevamo ripetuto spesso, nei giorni che precedevano la prima trasferta contro una piccola: quest’anno – se davvero l’Inter vuole puntare a quello Scudetto tanto desiderato – errori in gare simili non sono ammessi. La squadra di Simone Inzaghi ha dato una prima risposta positiva, battendo il Cagliari neopromosso, a casa sua, in maniera convincente.
Stesso risultato maturato contro il Monza, ma conquistato in maniera ancor più autorevole: il primo tempo è stato condotto con uno spessore e una consapevolezza quasi sorprendenti, esibendo alti valori tecnici e caratteriali. Sembrava un’orchestra. Il messaggio che arriva dopo le prime due vittorie su due in campionato (è la quinta volta consecutiva che la Beneamata ci riesce, la striscia 2019-2023 eguaglia quella 1952-1956, record nella storia nerazzurra) è che la nuova Inter veste tranquillità. Va in vantaggio, conduce, raddoppia, gestisce. Senza sussulti o patemi. Non era scontato, dopo la stagione passata vissuta costantemente sulle montagne russe, fra le imprecazioni in Italia e i sogni di Champions.
A proposito di Champions League. Certo, è presto per correre con i giudizi definitivi, perché dopo due partite vinte con Monza e Cagliari sarebbe quanto meno imprudente. Però la sensazione è che questa squadra viva sull’onda lunga del percorso europeo dello scorso anno, che ha infuso consapevolezza in quel di Appiano Gentile: essere i vicecampioni d’Europa non è roba da poco, ma aver addirittura sfiorato il sogno di vincerla, quella Coppa, giocandosela a viso aperto e alla pari col Manchester City è qualcosa che non si dimentica.
Non si dimentica in chi c’era e pure in chi non c’era. Già, perché entrambi i fattori sono importantissimi, nonostante – arrivati alla fine del mercato – venga naturale aspettarsi le prodezze dai nuovi acquisti e il cambio di passo. Certo, sarà importante che Thuram riesca ad abbinare alla sua grande utilità nella manovra anche l’incisività in zona gol; che Arnautovic possa diventare uno dei leader tecnici; che Cuadrado e Carlos Augusto entrino più in sintonia con il resto della squadra; che Frattesi accumuli minuti, e li accumulerà senz’altro con l’arrivo delle partite ogni tre giorni; che Bisseck entri regolarmente nelle rotazioni.
Ma la crescita non passa solo dai nuovi. Le prime due giornate di campionato ce lo dicono chiaramente. Il cambio di passo dell’Inter, la possibilità di lottare per il titolo, si dispiegherà soltanto con la maturazione definitiva della “vecchia guardia”, di chi in questi anni c’è stato e ha giocato una finale di Champions League. I segnali, per il momento, sono molto positivi. Lautaro, semplicemente, non è mai stato così forte. I suoi passi avanti non sono circoscrivibili ai 3 gol in 2 partite, ma alla predisposizione, alla lucidità, alla grinta che è sempre maggiore, anno dopo anno. Come i suoi gol stagionali, che lievitano sempre.
E poi c’è un Bastoni ormai top player difensivo a livello europeo, un Barella che vuole prendersi lo scettro di miglior centrocampista della Serie A, un Calhanoglu che per la seconda partita consecutiva ha salvato un gol che sembrava fatto esibendo doti eccezionali in interdizione e recupero. Nota di merito, poi, come con il Monza, per gli olandesi: De Vrij e Dumfries sono risultati fra i migliori in campo. Occhio perché, se il difensore manterrà questi livelli, sarà dura per Acerbi (ri)prendergli il posto. L’esterno, dopo un ottimo primo anno, era reduce da una seconda stagione in chiaroscuro: l’inizio è parecchio incoraggiante, siamo già a un gol e un assist in due partite. Forse aveva bisogno della “paura” di Cuadrado e quindi di accomodarsi più spesso in panchina?
L’Inter, dunque, può godersi i primi 6 punti stagionali e anche i segnali incoraggianti arrivati dalla fase difensiva. Non solo è l’unica squadra in Serie A ad aver subito 0 gol: il dato in sé non è necessariamente indicativo, se arriva per esempio in presenza di prodezze del portiere. Ma Sommer, in 180 minuti, si è esibito in un’unica vera parata, ieri sera sul finale di gara. È il segno che i meccanismi della retroguardia funzionano, eccome. Domenica prossima l’Inter è attesa da un impegno complicato, contro la Fiorentina di Italiano a San Siro. E speriamo che il vestito della tranquillità continui a non andare stretto.