Quello che non sapete di Davide Frattesi, l’altro ieri protagonista della Nazionale Italiana e gioiello dell’Inter per il presente e (soprattutto) il futuro. Frattesi è nato a Roma il 22 settembre 1999 ma i suoi nonni (Ludovina e Aldo) erano di Poggetto, piccola frazione di Serra Sant’Abbondio (provincia di Pesaro, Marche). Da giovani i suoi nonni si trasferirono a Roma per esigenze di lavoro ma sono sempre rimasti attaccanti alla terra natia, tant’è che finché erano in vita ritornavano spesso nella loro casa, con loro anche i tre figli: Paolo, Marinella e Franca e il nipote Davide.
“Davide l’avevo invitato due anni fa all’inaugurazione del nostro nuovo campetto di gioco – dice il sindaco di Serra Sant’Abbondio Ludovico Caverni – poi essendo impegnato con la Nazionale Under 19 non riuscì ad essere presente, comunque avremo occasione, lo ricordo piccolo assieme al babbo che giocava a calcio nel torneo del paese”.
Marinella Frattesi è la zia di Davide ed è consigliera comunale di Serra Sant’Abbondio, abita a Pergola ma come lei stessa dice: “Appena possiamo riuniamo tutti i parenti a Poggetto. Per vedere Davide vado alla partita, siamo entusiasti di lui. Sui social nel gruppo di famiglia è stato un tripudio. Ci ha regato una grande gioia. Ho sentito anche stamattina sua padre Paolo, tutti viviamo di calcio, è un vizio di famiglia”.
Qualche ricordo di Davide? “Un ragazzo buono, innamorato della famiglia, da ragazzino veniva con i genitori in vacanza a Poggetto, amava la natura, quando gli chiedevamo se da grande voleva fare il naturalista, ci rispondeva ’No, farò il calciatore’, e così è stato. Ricordo l’ultima sua telefonata lunghissima del dopo alluvione del settembre di un anno fa, voleva sapere del fiume Cesano, di Poggetto dove c’è la casa di famiglia e se si era salvata. Davide è un ragazzo delizioso, da piccolo amava andare a pescare, ricordo ancora quando pescò la sua prima trota, era grossissima, l’abbracciò e i suoi occhi gioivano di felicità”. Davide oltre ai genitori ha due fratelli gemelli, Chiara e Luca.
(FONTE: IL RESTO DEL CARLINO – edizione Marche)