Lunga intervista rilasciata da Yann Sommer a Gazzetta dello Sport in questo inizio di campionato da portiere dell’Inter. Riportiamo alcune dichiarazioni dell’estremo difensore svizzero.
Sommer, perché ha scelto l’Inter a questo punto della carriera?
«Perché l’Inter è… l’Inter. Significa tradizione, forza ed eccellenza. Quando ho scelto il nerazzurro, ho guardato la situazione nel complesso: il tecnico, l’allenatore dei portieri, lo stile di gioco, lo stadio, i tifosi, la vita in città per la mia famiglia. Ho capito che questo era il posto giusto per me».
C’è una grande tradizione di portieri all’Inter: ne apprezza qualcuno del passato?
«Julio Cesar e Toldo prima. Ma anche Onana ed Handanovic l’anno scorso. Qui hanno sempre cercato e trovato portieri forti coraggiosi: farò di tutto per essere all’altezza di questo passato».
Ha mai parlato con Onana o Handanovic prima di occupare la loro porta?
«No, perché non ci conosciamo, abbiamo solo giocato contro diverse volte. Loro due hanno caratteristiche diverse, ma ognuno ha il suo stile. Per esempio a me, oltre a parare, piace giocare cercando la giusta soluzione per far iniziare l’azione dal basso. La decisione del portiere è decisiva per superare la prima linea avversaria».
Cosa era il derby di Milano visto dalla Germania?
«Tutti i derby sono speciali, ce ne sono pure in Germania e Svizzera, ma questo è unico per lo spessore di entrambe le squadre, per il prestigio e l’importanza che ha per tutto il vostro Paese. Non vedo l’ora di giocare, sarà da brividi: vedo che tutti aspettano questa partita. Anche il mio compagno di nazionale svizzera Ricardo Rodriguez, che ora è al Toro e ha giocato al Milan, mi ha sempre parlato del derby di Milano».
Per lei questa è la partita tra le due migliori squadre del campionato?
«Questa è una partita, particolare certo, ma è solo una singola sfida che arriva pure prestissimo. Abbiamo davanti una stagione lunga e può succedere davvero di tutto. Ci sono altre rivali per lo scudetto, ma sono ancora nuovo in Italia: non posso fare ancora previsioni e classifiche».
Ci sono due giocatori dell’Inter che conosceva prima: partiamo dall’ex compagno al Mönchengladbach.
«Beh, Marcus Thuram tutti l’hanno visto già: ha potenzialità da top mondiale e spero che faccia quel percorso là. Ha un fisico eccezionale unito a tecnica e, soprattutto, intelligenza. Che ti attacchi uno contro uno, che giochi di sponda con Lautaro o si fermi in area, è pericoloso per gli avversari. Anche la mentalità che gli ha dato il padre è importante, ma è pure un bravo ragazzo fuori dal campo, sempre sorridente e positivo».
E l’altro con cui giocava al Bayern?
«Benji Pavard si inserisce in una grande difesa. A me ha impressionato la sua completezza perché non è solo il difensore che legge la situazione e marca l’uomo, ma riparte con la palla e vede la porta. Sulla sua posizione decide solo l’allenatore, a Monaco era più terzino e adesso magari farà il centrale in un modulo diverso, ma è comunque un bene avere giocatori capaci di fare così tanti ruoli».
C’è qualche giocatore di questo Milan che teme particolarmente?
«Tutti i loro attaccanti, da Leao a Pulisic, sono temibili e forti. Adesso li sto studiando nel dettaglio, sono abituato a prepararmi con il preparatore al video per cercare di leggere tutte le possibilità in campo. Anche i rigori, ovviamente».
Pensa che la cavcavalcata Champions dell’Inter nellala scorsa stagione possa essere ripetuta?
«La Champions è dura per tutti, è unica. Si deve incastrare ogni eleelemento per andare in fondo: piccolicoli dettagli, la formafor al momento giusto e pure un po’ di fortuna. L’anno scorso l’Inter ha giocato in maniera eccezionale e si è meritata la finale: ripetersi è possibile, perché no?».
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