L’Inter? Una squadra ‘ingiocabile’. La più forte del campionato. Anzi, una delle più forti d’Europa. E per Guardiola è anche candidata a rigiocare la finale di Champions League.
Wow! Dopo il 5 a 1 inflitto al Milan, noi tifosi interisti stiamo gongolando. In particolare quelli che non hanno mai smesso di credere che, nonostante gli addii di Lukaku (e meno male, altrimenti Thuram non sarebbe esploso perché sarebbe stato la riserva del belga) e di Brozovic, questa squadra sarebbe stata non solo ugualmente competitiva ma anche più completa e adeguata al gioco del mago Inzaghi. Tutti gli altri si stanno ricredendo: benvenuti sul carro.
Eppure, attenzione. Appena qualche ora prima dell’esordio subito convincente con il Monza, sembrava che l’Inter non avesse un roster neanche adeguato per il quarto posto. Addirittura, un giorno sì e l’altro pure, la Gazzetta dello Sport elogiava il mercato del Milan e criticava quello nerazzurro, soprattutto per le scelte della dirigenza sull’attacco. Si diceva che l’Inter avrebbe segnato molto di meno. E tanto altro. Bah.
Ora, però, tutto è cambiato: l’Inter è prima in classifica, a punteggio pieno, 4 vittorie su 4, 13 goal fatti e uno (inutile) subito. E il calendario delle tre prossime giornate dice: Sassuolo in casa, Salernitana fuori, Bologna dentro. Insomma, c’è chi scommette già che Lautaro & Co. siano pronti ad innescare una fuga già decisiva.
Fermiamoci un attimo. Non credo che ci sia un tifoso interista che non se lo auguri. Però, ho la sensazione che si sia attivata prontamente la ‘campagna gufista’. Insomma, l’Inter è la più forte e vanno messe le mani avanti. In attesa della prima caduta e del ritorno sulla Terra, con i meme già pronti.
Dunque, diamoci una scrollatina e concentriamoci sul presente. Pensiamo alla Real Sociedad e godiamoci una partita alla volta, non tenendo conto del repentino cambiamento del giudizio altrui, dal cambio di status da brocchi a top club. E tocchiamo tutto quello che c’è da toccare, persino il ferro nascosto nelle intercapedini delle mura di casa nostra e facciamo nostra la lezione di Virgilio per Dante: “Non ti curar di loro, ma guarda e passa”. Almeno fino a quando non vedremo comparire le ombre della seconda stella sulla maglia. Che dite?
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