“L’Inter capolista è tornata grande prima di tutto nella testa dei suoi giocatori, perché una finale di Champions aiuta a pensare in grande, a credere di più in quello che si fa”.
L’analisi è di Gazzetta.it, che continua: “In estate lo zoccolo duro è rimasto, soprattutto sono rimasti i leader positivi, quelli che sanno incoraggiare e aiutare gli altri, quelli che i più giovani prendono da esempio, quelli a cui ancora brucia lo scudetto perso all’ultima giornata di due stagioni fa – dopo aver dominato il campionato per nove mesi – e che adesso si sono messi in testa di cucirsi sul petto il tricolore con la seconda stella vicina.
Da Lautaro a Barella, passando per Bastoni, Dimarco, Calhanoglu, Dumfries, Darmian: c’erano tutti sotto la Nord due anni fa, a chiedere scusa per l’occasione sprecata e a stringere un patto con i tifosi. Un patto che lo scorso anno per mesi era stato tradito ma che poi – grazie all’entusiasmante campagna europea – è diventato ancora più solido: “Per tutti quei chilometri che faccio per te, Internazionale devi vincere…”. Eccolo il coro della svolta, la colonna sonora che accompagna Inzaghi e i suoi ragazzi in Italia e in Europa. Che oggi più che mai sembra un progetto condiviso da tutto il mondo nerazzurro: vincere, non c’è altra strada“.
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