Benjamin Pavard ha concesso un’intervista a Dazn nella rubrica 1 vs 1.
Sul campionato – “La Serie A è un campionato ce seguivo da molto tempo, ho molti amici che giocano in Italia, per me è un calcio forte a livello tattico. Sento di avere tante cose da imparare qui e non vedo l’ora di far parte di questo grande club che è l’Inter”.
Voglia di vincere– “Gioco a calcio per vincere trofei, è quello che mi piace. Alla fine della mia carriera sarò fiero di me quando guarderò nella mia bacheca tutti i trofei che avrò vinto. Spero possano essere ancora tanti, perché sono uno che ha fame di vincere trofei. Mi piacerebbe vincere anche con l’Inter, a fine stagione poter festeggiare lo Scudetto e mettere questa seconda stella sulla maglia”.
La scelta di venire all’Inter – “Ero in Germania da sette anni, per me era arrivato il momento di una nuova sfida. L’Inter si è presentata, è un club con una grande storia con delle vere leggende come Zanetti, che sta lavorando nel club e del quale ho grande rispetto. Per me si è trattato di una scelta e di una nuova sfida, l’Inter si è presentata da me condividendo le mie stesse ambizioni, vincere il maggior numero di trofei possibili. Ed è per questo che sono qui oggi. Spero che a fine stagione si possa festeggiare, tutti insieme con i nostri meravigliosi tifosi”.
Il ruolo preferito – “Il ruolo che preferico è quello di centrale nella difesa a tre, è li che mi sento più a mio agio. Per quanto riguarda la posizione di laterale destro tutti sanno che posso ricoprirla, ma non è il ruolo nel quale mi sento più a mio agio. Meglio da difensore centrale, è il motivo per cui sono all’Inter. Poter giocare nella posizione che preferisco dove posso dare il mio contributo d’esperienza. Ripeto, è il motivo per cui sono qui”.
La gioia di vincere un Mondiale – “Quando vivi certe emozioni come la vittoria di un Mondiale, il trofeo più importante in assoluto, hai voglia di gustarne ancora di gioie così e di condividerle con i tifosi”.
Mentalità – “L’aspetto mentale nel calcio ad alti livelli è fondamentale. Io non sono un genio del calcio come Messi, sono un ragazzo che ha sempre lavorato, nessuno mi ha regalato nulla e tutto ciò che ho adesso me lo sono guadagnato con il lavoro. Anche nei momenti difficili non ho mai mollato, non mi sono mai abbattuto. Devo questa cosa a mio padre, ha sempre avuto una grande forza mentale e me l’ha trasmessa. Avere la giusta mentalità sia nei momento belli sia in quelli difficili è la chiave per fare una grande carriera nel calcio”.