Alla fine anche il tecnico del Benfica Roger Schmidt l’ha ammesso: “Siamo rimasti in gara solo grazie al portiere”. Il Benfica è uscito sconfitto da San Siro, ma Anatolij Trubin, portiere ucraino di 22 anni ex Shakhtar, ha dimostrato perché l’Inter aveva deciso di puntare su di lui in estate.
“Nella serata in cui l’Inter ha conquistato i suoi primi tre punti in Champions League contro il Benfica, Anatoliy Trubin si è comunque preso i riflettori – scrive Goal.com -. Lo ha fatto essenzialmente per due motivi: aver reso la serata di Lautaro da dimenticare ed essere stato ad un passo proprio dall’Inter per il dopo Onana. I 10 milioni chiesto dallo Shakhtar non rappresentavano un ostacolo, la percentuale sulla futura rivendita richiesta dagli ucraini invece sì. Ecco quindi cosa ha fatto realmente la differenza nell’affare Trubin. A quel punto il Benfica, che sembrava nettamente dietro nella corsa al portiere, ha deciso di accontentare le richieste dello Shakhtar. Uno scippo in piena regola da parte dei lusitani, per certi versi anche inaspettato considerando quelle che erano le preferenze di Trubin, nettamente orientato a scegliere l’Inter”.
L’1-0 dell’Inter sul Benfica rappresenta il sesto clean sheet collezionato da Yann Sommer, il primo in questa edizione della Champions League: a questo vanno aggiunti i cinque fatti registrare in campionato, dove i nerazzurri possono vantare la miglior difesa con appena tre reti al passivo. La porta è rimasta inviolata nel 66% delle uscite, davvero niente male per una squadra che, di questi tempi, un anno fa aveva proprio nella fase difensiva uno dei problemi maggiori.
“Fatta eccezione per l’errore commesso contro il Sassuolo, costato il provvisorio 1-1 ad opera di Bajrami – sottolinea Goal.com – l’impatto di Sommer con la nuova realtà interista è da considerarsi estremamente positivo”.
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